La lagna

Roberto Salis fa ancora la vittima: "Trattati come Gramsci e Matteotti"

Fabio Rubini

Per papà Salis le dimissioni da portavoce della figlia Ilaria, sono durate giusto lo spazio di una notte. Ieri mattina gli è toccato presentarsi in video per fare, ancora una volta, le veci della neo eurodeputata, troppo stanca per portare un saluto ai suoi elettori. E come gli è capitato spesso in campagna elettorale, il suo intervento è stato tutt'altro che piatto. Il cliché è sempre quello: la destra brutta, cattiva e fascista e la sinistra - che pur non piacendogli - è comunque il male minore. E allora eccolo il “Papà Salis show” di ieri: «Se Ilaria ha ottenuto gli arresti domiciliari poi la concessione dall’Ungheria dell’immunità prima della proclamazione ufficiale è solo merito della pressione politica che avete messo voi e della stessa Ilaria». Tradotto: il lavoro del governo col ministro Tajani non è servito a nulla.

Ancora: «Questo dimostra che quando ci sono delle aggressioni ignobili ci deve essere una risposta politica altrettanto forte. Io sono veramente contento di questa esperienza. Con Nicola Fratoianni- ricorda Roberto- abbiamo differenze ideologiche che non verranno mai sanate: io ho provato a farlo diventare liberale e lui ha provato a farmi diventare comunista. Però nonostante questo considero un grande onore il fatto che mi avete accolto come uno di voi. Quando ci sono delle persone con idee diverse ma che si rispettano, penso sia una cosa molto utile per la società. La politica spiega ancora - deve trovare dei punti di accordo non cercare con il lanternino dei motivi per litigare. Però, mi accorgo che questo non è facile nel panorama politico italiano e penso che anche all’estero non ci siano dei buoni esempi». Poi torna sulle elezioni: «Grazie perché ho trovato delle persone che hanno deciso di mettersi al servizio per una causa, quella di mia figlia, che ritenevano giusta, quindi per me siete degli amici che rimarrete nel mio cuore per sempre».

 

 


Infine Roberto Salis torna sulla presunta campagna denigratoria nei confronti della figlia Ilaria. Ed è in questo frangente che da il meglio di sé: «Questo (la campagna denigratoria, ndr) fa parte del processo di lotta politica del fascismo: i fascisti hanno fatto sempre così, quando hanno un avversario politico devono cercare di demolirlo. Hanno fatto così con Gobetti, con Gramsci, con Matteotti. Bisogna guardare avanti ed essere forti. Io ora sono oggetto di una shitstorm totale, ma sono contento di fare io da parafulmine perché magari questo lascia lavorare più serena Ilaria». Insomma la Salis come Matteotti. Vien quasi da sperare che Roberto Salis receda dall’intento di dimettersi da portavoce della figlia... altro che la coppia Fratoianni-Bonelli. In serata poi riposta sui social la foto della figlia sotto il cartello d’ingresso a Monza e commenta: «La foto più bella che ho fatto in tutta la mia vita».