L'eurodeputata

Ilaria Salis si prende il seggio e tira il pacco ad Avs: scoppia il caso

Fabio Rubini

 Ieri mattina, alla Cooperativa Labriola di Milano, erano tutti li ad aspettare lei, l’Ilaria liberata. La neodeputata europea Salis doveva intervenire in video collegamento dalla casa dei suoi genitori a Monza, invece dalla tv spuntato, ancora una volta, papà Roberto. Ilaria era ancora «troppo stanca» anche solo per fare un saluto veloce a quella comunità che l’ha adottata e le ha consentito di essere eletta a Bruxelles, lasciare i domiciliari a Budapest e probabilmente scampare, grazie all’immunità, il processo che la vede imputata in Ungheria. Tutte cose che avrebbero meritato almeno lo sforzo di un salutino veloce dal salotto di casa. Non a caso appena il collegamento con casa Salis è finito, tra i partecipanti è scoppiato il finimondo. «E Ilaria?» ha chiesto un militante piuttosto seccato. «Ci ha detto che non era in condizione di intervenire» ha spiegato, microfono in mano e un’evidente imbarazzo, la moderatrice della giornata. «Ma ha preso 170mila preferenze, è un deputato», gli ha ribattuto un altro. E quella: «Stia lei 16 mesi in carcere in Ungheria...». «Ma era previsto il suo intervento», hanno fatto rilevare altri astanti piuttosto seccati.

Il “pacco” che Ilaria Salis ha tirato a organizzatori e militanti, che fino a pochi minuti prima avevano ricevuto rassicurazioni sulla sua partecipazione, potrebbe essere il sintomo di qualcosa di più profondo di una semplice stanchezza. L’impressione che si sta facendo largo dal giorno dello spoglio delle europee, è di una presa di distanza reciproca tra le parti. Una sorta di do ut des così traducibile: a Verdi e Sinistra servivano i voti garantiti dalla candidatura mediatica della Salis per superare lo sbarramento del 4% ed entrare all’europarlamento; a Ilaria serviva un partito fortemente ideologico che la facesse eleggere a Bruxelles per togliersi dai guai e tornare in Italia. Ora che entrambe le parti hanno ottenuto soddisfazione, ecco che l’incantesimo sembra essersi spezzato. Dicevamo prima dello spoglio. Già da lì si capiva che qualche cosa nella narrazione stava cambiando. A risultato acquisito Bonelli e Fratoianni si sono subito affrettati a sminuire il ruolo di Ilaria. Bonelli, intervistato da Avvenire spiegava che il successo era dovuto: «A un programma chiaro, non ambiguo, incentrato su temi molto sentiti. Quello della guerra soprattutto (...) Ma anche l’aver detto con chiarezza che il massacro di civili a Gaza è un crimine contro l’umanità (...). Ci sono poi le nostre posizioni nette sulla crisi climatica». Le candidature eccellenti come quella di Ilaria Salis? Liquidate in fretta: «Assieme al programma, sono state l’elemento che ha permesso di dare una fisionomia alla nostra alleanza». Punto.

 

 


Una freddezza che si è notata anche sabato pomeriggio a Monza. Sotto la casa dei genitori c’erano tanti giornalisti e qualche curioso, ma mancava del tutto quell’armamentario tipico della sinistra, fatto di militanti in festa, bandiere con falce e martello che sventolano e l’immancabile coro “Bella Ciao”. Ma soprattutto mancavano gli esponenti politici che per un mese le hanno tenuto la mano a distanza e che si sono ben guardati dall’andare ad abbracciarla al suo rientro. Di più, nel momento in cui questo giornale va in stampa, non si registra alcuna dichiarazione da parte dei due leader che sul rientro in Italia di Ilaria hanno fatto calare un silenzio mediatico quantomeno sospetto. Il terzo indizio è la freddezza di Ilaria di fronte a tutte queste vicende. È vero, il viaggio in auto da Budapest immaginiamo non sia stato rilassante, ma che in due giorni non sia nemmeno riuscita a dire «grazie» di persona alla sua nuova comunità politica lascia perplessi; che non abbia trovato la forza per sedersi davanti a una telecamera per pochi istanti giusto per portare un saluto alla festa di ieri, ci sembra quantomeno sospetto. «Ilaria non era nelle condizioni» si sono affrettati a spiegare con non poco imbarazzo, gli organizzatori per giustificarne l’assenza. E poco dopo papà Roberto ha ribadito come «Ilaria è molto stanca e provata» e che «si prenderà un po’ di tempo per riposarsi».


A noi, sia detto col massimo rispetto, resta l’impressione di una liaison quella tra Ilaria e Avs - che rischia di finire prima ancora di incominciare. Lei ha ottenuto quello che voleva, la libertà. Bonelli e Fratoianni pure, i voti e i seggi, ora però si rendono conto che una figura come la sua potrebbe essere troppo ingombrante per un piccolo partito come Avs, già scampato alle vicende di Soumahoro&family. Il rischio di fare il bis non sembra attizzarli troppo. Per capire se queste nostre impressioni siano giuste o meno, non dovremo aspettare molto. Prima o poi Ilaria dovrà iniziare la sua attività politica. Roberto Salis assicura che sua figlia «sarà una sorpresa per tutti». E forse è proprio questo il timore per il quale il duo Bonelli-Fratoianni sembra preferire agire con prudente distacco. Scaricando la Salis.