Cinquestelle al bivio

Beppe Grillo, la tentazione di fare fuori Conte: a chi vuole dare il M5s

Elisa Calessi

E se fosse Virginia Raggi la carta segreta di Beppe Grillo? La terza donna che scompagina lo schema bipolare delle due leader (Giorgia Meloni ed Elly Schlein). Difficile prevedere le mosse dell’Elevato, ma, certo, qualche riflessione il Fondatore la sta facendo, dopo che il M5s, con la guida di Giuseppe Conte, con cui Grillo non ha mai avuto un grande rapporto, è precipitato al 9% delle elezioni europee. In tanti, nel Movimento Cinque Stelle e non solo, se lo sono chiesti, osservando la trasferta romana del fondatore.
Il quartier generale è il solito, il Forum Hotel, a due passi dal Colosseo. Venerdì si è visto con Conte. Ed è stato un incontro durato poco più di un’ora. Breve, se si considera la fase difficile, vitale, che il M5s sta attraversando.

Ma un indizio, peraltro temporale, non basta. Ieri, però, altri indizi si sono aggiunti. Il primo, il più clamoroso, risale alla mattinata. La seconda giornata di Grillo, infatti, è iniziata con l’incontro di Virginia Raggi, ex sindaco di Roma, una delle principali esponenti del Movimento degli inizi, degli ortodossi, quelli messi da parte nel momento in cui il Movimento si è “istituzionalizzato”.Non a caso Raggi è la cinquestelle che, più di tutti, ha mantenuto i rapporti con l’altro “escluso” del Movimento: Alessandro Di Battista. Insieme hanno fatto iniziative, incontri, sfidando il rischio di essere considerati eretici. E non è un mistero che Raggi, nel popolo cinquestelle, ha ancora un grande seguito.

 

Non solo a Roma. L’ex sindaco della Capitale è l’espressione dei primi successi del M5s. Lei e Chiara Appendino furono le prime cittadine del M5s elette in grandi città (il primo fu Pizzarotti che, però, presto uscì dal M5s). Raggi, peraltro, ha sempre mantenuto un legame con il Movimento delle origini, quello dei Meet Up e della lotta al sistema. Motivo per cui, nel popolo grillino, resta, insieme a Di Battista, una delle poche che interpreta l’anima originaria del Movimento. Si aggiunge un elemento: in un momento in cui la scena politica è dominata da due donne, da una parte Giorgia Meloni dall’altra Elly Schlein, Raggi potrebbe essere la risposta pentastellata.

Il colloquio tra lei e Grillo è durato più di un’ora. Ed è rimasto, ovviamente, riservato. È certo, però, che si è parlato del destino del M5s, di cosa non ha funzionato, di cosa non va e di come rilanciarlo. Si è parlato anche della regola dei due mandati, ma più che altro per capire da chi ripartire, su quali personalità puntare. Il fatto che Raggi sia donna e sia considerata espressione dell’anima più ortodossa, naturalmente la mettono in una posizione di rilievo. Del resto, basta leggere i social del mondo pentastellato. «L’unica soluzione politica possibile», scrive un militante grillino su Facebook, «è che Conte si faccia da parte e il Movimento venga affidato a Virginia Raggi, perché grillina e l’unica che possa ricucire lo strappo con tutti quelli che si sono allontanati dal movimento dopo la scelta scellerata dell’appoggio al governo Draghi.

Con Raggi capo del movimento la situazione cambierebbe di molto anche perché in questo momento il genere ha un valore aggiunto». Pensieri, ragionamenti che, dicono in tanti, sono condivisi anche da Grillo.

 

CENA INASPETTATA - Il secondo indizio è la “cena inaspettata” con Alessio Villarosa, ex parlamentare del M5s, espulso per non aver votato la fiducia a Mario Draghi. Venerdì sera Grillo ha cenato con lui e pochi altri (nella tavolata c’era anche il tesoriere Claudio Cominardi). Un’occasione che l’ex parlamentare- evidentemente con l’assenso del convitato di punta - ha riferito e documentato, con tanto di fotografia, su Facebook. «Nonostante l’espulsione... nonostante tutto...», ha scritto Villarosa, «lo ammetto, rimani una delle menti più visionarie che abbia mai conosciuto. In questo momento manca la visione, le idee, la vicinanza con i territori... era faticoso, lo so, ma noi ci riuscivamo. La credibilità persa a causa dei governi sbagliati e della fiducia a Draghi potrebbe essere riconquistata ma è impossibile a parer mio se continuate così. Serve una scossa e probabilmente serve anche più presenza tua Beppe, gli errori possiamo farli tutti ma umiltà, passi indietro e tenacia sono le chiavi per provare a riconquistarla...».

Riflessioni, queste, che non è difficile immaginare siano state condivise Grillo (se no, non avrebbe accettato di essere immortalato).
Mancanza di visione, di idee, lontananza dai territori. Queste, in sintesi, le critiche mosse al Movimento ora guidato da Conte. E chissà che Raggi, nella visione dell’Elevato, non possa essere la soluzione. La terza donna tra le due sfidanti.