Disco rotto

Pd, il fango di Alessandro Zan su Giorgia Meloni: "È eversiva"

Le elezioni sono finite, ma la musica non è cambiata. Per il Partito democratico e non solo, il governo guidato da Giorgia Meloni è formato da fascisti o comunque da nostalgici del Ventennio. Secondo la narrazione della sinistra italiana, nel nostro Paese ci sarebbe una pericolosa deriva autoritaria, ben rappresentata dalla bagarre in Parlamento e da riforme "liberticide" come quella dell'autonomia differenziata o del premierato. Insomma, siamo alle solite. Il frame antifascista viene ripetuto ormai da 30 anni, dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. E, nonostante le disfatte elettorali, viene continuamente riproposto.

L'ultimo alfiere dell'Italia che combatte il "fascismo di Meloni" è, neanche a dirlo, Alessandro Zan. Il dem, in occasione del gay pride di Roma, ha rimarcato la differenza tra il popolo che scende in piazza a rivendicare e difendere i diritti Lgbt e chi, a suo dire, tenta in tutti i modi di ostacolarli. "Questa di oggi è una delle piazze delle resistenze che si stanno mettendo in campo nel nostro Paese - ha esordito l'esponente del Pd -. Solo così l’Italia migliora e può sconfiggere l’Italia della paura e delle discriminazioni. La destra di Giorgia Meloni si sta dimostrando sempre più eversiva sui diritti violando palesemente l’art. 3 della nostra Costituzione. È un dato ormai allarmante - ha poi aggiunto - che la destra stia perseguitando la comunità Lgbt+, le famiglie arcobaleno, ora anche l’attacco ai diritti delle donne". 

Secondo Zan, l'unico antidoto a questa deriva autoritaria del nostro Paese sarebbe rappresentato proprio dal Partito democratico, di cui lui stesso fa parte. "Il partito democratico ha accorciato le distanze da Fratelli d’Italia in termini di voti assoluti mentre Fdi ne ha persi - ha sottolineato il dem - noi invece ne abbiamo recuperati tantissimi dall’astensione, il che dimostra che le persone cominciano a partecipare e a preoccuparsi della situazione di compressione delle libertà del pluralismo dell’informazione e della libertà di manifestare. Tutto questo - ha poi concluso - si è visto alle ultime elezioni europee".