Il processo

Open Arms, l'ultima accusa delirante su Salvini: "Reato di campagna elettorale"

Fabio Rubini

 A Palermo, dove si celebra il processo Open Arms contro Matteo Salvini, la linea dell’accusa che sta emergendo con sempre maggiore chiarezza è che Salvini, da ministro dell’interno del governo gialloverde, avrebbe impedito lo sbarco a 147 migranti stipati a bordo della Ong Open Arms, per mere questioni di campagna elettorale. Una novità per modo di dire, visto che in passato sia Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, avevano accusato l’ex collega di cercare consenso fermando l’immigrazione. Per questo quella di ieri è stata una giornata interlocutoria. A movimentare un po’ l’udienza c’è stata la richiesta dell’accusa di ascoltare quali testimoni, tre ex poliziotti “infedeli”, che secondo i pm si sarebbero infiltrati sulle navi delle Ong e avrebbero fornito informazioni a Salvini che, ricordiamolo, all’epoca era ministro dell’Interno.

A corroborare questa tesi è anche uno dei grandi accusatori di Matteo Salvini, il fondatore della Ong Open Arms, Oscar Campos, che è tornato ad attaccare il vicepremier: «Abbiamo sempre creduto che il tema dell’immigrazione sia stato utilizzato come strumento di propaganda elettorale, sia durante le campagne che in altri momenti, come è emerso nelle tante udienze del processo di Palermo contro il ministro Matteo Salvini. Salvini chiude Campos - infatti avrebbe agito per impedire alla nostra nave di approdare in un luogo sicuro proprio per conquistare consensi».

 

 


Una ricostruzione - quella dell’accusa e di Campos- contestata dalla difesa del leader della Lega: «Si sottolinea che già anni fa (nel 2017) il ministro Matteo Salvini aveva risposto pubblicamente confermando di aver ascoltato quanto volevano raccontargli persone informate sulle azioni delle Ong e che assicuravano di poter trasmettere notizie su gravi reati come il traffico di esseri umani». E considerando il ruolo di Salvini, proseguono gli avvocati «per Salvini era doveroso ascoltare e denunciare pubblicamente: non c’è alcuna novità mala conferma del comportamento trasparente e coerente dell’attuale vicepremier. Peraltro chiude la nota - la stessa difesa di Salvini aveva chiesto di visionare gli atti del processo Iuventa in cui erano state elevate gravi contestazioni come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». La prossima udienza del processo si terrà il 12 di luglio. Nel corso di quella seduta si saprà anche se verrà convocato come teste l’ex ministro degli esteri spagnolo - oggi Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza- Joseph Borrel. Secondo la Procura di Palermo Borrel dovrebbe riferire sulla posizione della Spagna in merito al rilascio del cosiddetto “porto sicuro” all’imbarcazione e in generale sulla posizione della Spagna sulla vicenda. Sulla vicenda è intervenuto direttamente anche Matteo Salvini, parlando ai microfoni di Radio Libertà: «Il mio non è un ministero che può permettersi pause e vacanze, ci sono tanti cantieri da seguire. Hanno chiesto pure l’audizione di Borrel, che ha fatto pure dichiarazioni improvvide sulla guerra». E ancora: «A ottobre ci sarà la sentenza, in caso di condanna non mi fanno passare la voglia di lavorare. La sinistra lo sappia».