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Ilaria Salis, il casellario giudiziale: condanne e abusivismo, chi è davvero la neo-eletta

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Alessandro Gonzato
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Con un casellario giudiziale così, in qualsiasi azienda, ci cacciano prima di entrare. Ma con un casellario giudiziale così, se ci proviamo, possiamo diventare eurodeputati dell’Alleanza Verdi Sinistra. Dipende da come si valutano i curricula. A selezionarli, i leader Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

Sono 5 i provvedimenti nel casellario giudiziale di Ilaria Salis, in cui non compare un’ulteriore condanna (“accensioni ed esplosioni pericolose in concorso”) e non figurano quasi una trentina di denunce.

OCCUPAZIONI ROSSE
Partiamo dalla sentenza della Corte d’Appello di Milano del 19 maggio 2019: la futura paladina di Avs è stata condannata per “invasione di edifici”, condotta per la quale sono stati previsti 10 mesi di reclusione (rito abbreviato). L’attivista di estrema sinistra era recidiva.

L’“invasione” di edifici è stata accertata dal 29 agosto 2014 fino al 18 agosto 2017, per tre anni, e qui – ma nel casellario giudiziale non compare, non sono fatti collegati – vengono alla mente due ulteriori episodi che riguardano la Salis: lo sfratto del 2022 da una casa popolare occupata abusivamente nel quartiere Corvetto, a Milano; e c’è poi il debito da 90mila euro che l’Azienda lombarda per l’Edilizia le contesta per l’occupazione (iniziata nel 2008) di un altro immobile in zona Navigili, di cui Libero ha dato conto nel dettaglio. Torniamo al casellario che la Salis, come tutti i candidati, ha dovuto presentare in procura, ma non l’ha presentato di persona dato che fino a fine maggio era in carcere in Ungheria e adesso – in attesa della libertà dovuta all’immunità parlamentare – è ai domiciliari sempre a Budapest accusata di lesioni aggravate nei confronti di due militanti di estrema destra.

 

Dicevamo del documento. Reato: “Resistenza a un pubblico ufficiale in concorso”, sentenza irrevocabile della Corte d’Appello del 3 luglio 2023 per il fatto commesso il 18 novembre 2014. Nel dettaglio: la decisione fa riferimento agli scontri che si sono verificati nelle vicinanze del centro sociale “Corvaccio” (Milano), dove le forze dell’ordine erano intervenute per sgomberare l’immobile occupato illegalmente. Tre arresti, 4 denunciati, tra cui la Salis.

Lei e un’altra donna hanno presentato ricorso in Cassazione, ma è stato rigettato: sono state ritenute responsabili «a titolo morale del reato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata» perché Salis e la compagna «avevano intonato cori ostili, posizionato per la strada sacchi di spazzatura e bidoni, insultato i poliziotti, lanciato al loro indirizzo l’immondizia con frasi oltraggiose (“mangiate”, “giusto nella monnezza potete stare”) rafforzando il proposito criminoso degli autori materiali della resistenza e apportando un proprio personale e significativo contributo. A questa prima condotta ne erano seguite altre, con la realizzazione di diverse barricate che, via via, venivano costituite con l’avanzare delle forze dell’ordine (...) I manifestanti lanciavano oggetti vari verso gli operanti e davano fuoco a spazzatura e cassonetti». La paladina di Bonelli e Fratoianni per quest’altra stella appuntata sulla giacchetta è stata condannata a 6 mesi.

Proseguiamo nella lettura del curriculum, pardon, del casellario giudiziale. Prima ricordiamo che la 40ennne è insegnante elementare. Sette maggio 2021, “Provvedimento del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano – cumulo delle pene inflitte coi provvedimenti del 30 maggio 2014 e del 3 aprile 2019”: da scontare un anno e 20 giorni (disposta la sospensione dell’esecuzione).

 

NIENTE PRIGIONE
Punto numero 4 del casellario giudiziale, “cumulo delle pene inflitte coi provvedimenti della Corte d’Appello di Torino e dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano”: un anno, 3 mesi e 10 giorni con multa di 80 euro (di nuovo pena sospesa). Quinto provvedimento, ulteriore cumulo di pene che determinano un anno, 9 mesi e 10 giorni: pena sospesa.

Torniamo a Bonelli: «Salis è in pericolo a Budapest. Siccome il governo italiano continua a non voler muovere passi, saremo noi a fare la comunicazione all’autorità giudiziaria ungherese dell’esito delle elezioni». In effetti è uscita dal carcere grazie all’intercessione di Soumahoro, altro alfiere portato in parlamento, stavolta italiano, da Bonelli e Fratoianni. Il tribunale di Budapest ha fatto sapere all’avvocato ungherese della Salis che è in attesa della comunicazione ufficiale dell’elezione da parte dell’europarlamento.

Lo scorso dicembre l’eurodeputata in pectore è stata assolta dalle accuse di danneggiamento e violenza privata per l’assalto a un gazebo della Lega: una macchia sul curriculum.

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