Sfida mozzafiato

Lecce, il clamoroso successo di Adriana Poli Bortone manda in tilt la sinistra

Annarita Digiorgio

A 81 anni Adriana Poli Bortone potrebbe essere l’unica a riuscire a sconfiggere il sistema di potere di Emiliano e Decaro che attanaglia la regione Puglia dai comuni a Bruxelles. Proprio lei, storica nemica di Raffaele Fitto, che nel 2010 e nel 2015 si candidò in autonomia rompendo il centrodestra, e consegnando la Puglia prima a Vendola e poi a Emiliano. Oggi il centrodestra unito ha superato i vecchi i rancori, candidandola sindaco di Lecce. E lei è riuscita a battere il sindaco uscente Carlo Salvemini. Ma solo per un centinaio di voti non ha vinto al primo turno, arrivando al 49,64% davanti al sindaco uscente del centrosinistra unito (compresi 5s) attestato al 47%. Con un ricorso al Tar da lei presentato per molti voti annullati arbitrariamente. Ieri c’è stato il riconteggio di 4 sezioni, e oggi su altre tre. In ballo ci sono in tutto 2200 i voti, ago della bilancia per decretare vittoria al primo turno o ballottaggio. Le operazioni e con esse i misteri di queste ore, sono diretta conseguenza di anomalie fatte emergere durante il primo spoglio. Incongruenze tra numeri votanti, schede verificate, schede annullate. I dati inseriti nei verbali di ieri notte, avrebbero fatto emergere anomalie nel sistema telematico ministeriale.


Una quasi vittoria sorprendente, in una città che la ama molto, ma che da anni, nonostante inchieste, scandali, e stagnazione, non riesce a liberarsi del sistema di potere clientelare e consolidato del centrosinistra che governa la regione, controllando tutte le elezioni dai piccoli comuni a Bruxelles. E invece Adriana Poli Bortone, a mani nude, è riuscita a sconfiggere il sindaco Carlo Salvemini, dopo aver sconfitto nel 1998 il sindaco uscente Stefano Salvemini, papà dell’attuale. E diventando sindaco di Lecce. La storia oggi potrebbe ripetersi uguale e identica. Adriana Poli Bortone, la signora della destra pugliese, è stata eletta perla prima volta al consiglio comunale di Lecce nel 1967 con l’ Msi, e sempre riconfermata fino al 1998 quando divenne sindaco. È stata deputata, senatrice, e ministro del primo governo Berlusconi.

 

 


Allieva di Almirante, si è fatta strada in una destra in cui all’epoca le donne erano davvero mosche bianche. E in questo è stata precursore di Giorgia Meloni. Prima di Raffalele Fitto (che nei partiti di destra non era mai stato essendo democristiano) il suo più acerrimo nemico interno locale era l’attuale sottosegretario Alfredo Mantovano. Oggi erano tutti uniti per lei, e persino Arianna Meloni è arrivata in città per sostenerla. Mentre il sindaco uscente sconta la mancanza di un’agenzia di comunicazione che lo spinga con lacrime e telecamere, come è stato fatto con Decaro divenuto popolarissimo nonostante la scarsità politica. Salvemini aveva vinto le primarie ballando la pizzica sul palco con Emiliano e Decaro. Qui però siamo lontano da Bari vecchia, e non ci sono sorelle di boss a cui chiedere “protezione”. Ma se per cento voti Adriana Poli Bortone non vincerà al primo turno, sicuramente Schelin, Conte, Emiliano, Vendola, Decaro, Cgil, Anpi e compagnia saranno pronti a scendere a Lecce contro l’arrivo delle destre.