Furbetta del quartierino
Ilaria Salis abusiva e morosa? A sinistra tutti zitti (parlano solo per attaccare Libero)
«Onorevole Bonelli, eravate al corrente del presunto debito di 90mila euro di Ilaria Salis? «Guardi, ripeto, io non intendo parlare con Libero». In realtà in 3 minuti di telefonata il capo dei Verdi qualcosa dice, soprattutto per attaccare il nostro giornale. Non importa.
Proviamo a riportare sul tema uno dei due padri putativi di Aboubakar Soumahoro (l’altro è l’immarcescibile Nicola Fratoianni). Il tema è il mega-buco che l’euro-candidata di Alleanza Verdi Sinistra avrebbe lasciato nella casa popolare occupata sui Navigli, a Milano, in via Borsi 14, come da documentazione di Aler, l’Azienda Lombardia per l’Edilizia Residenziale. «Onorevole, voi fate verifiche sulle persone che candidate?». «Certo», risponde Bonelli, «facciamo tutte le verifiche possibili immaginabili». «Dunque», chiediamo, «i documenti di Aler sono falsi?».
«Guardi, non intendo parlare, anche perché tra poco uscirà una nota da parte dell’avvocato». Eccola: «Ilaria Salis», scrivono i legali, «non ha mai ricevuto alcuna citazione né in sede civile né in sede penale per tale presunta occupazione. Né ha mai ricevuto alcuna richiesta di pagamento in merito».
I DETTAGLI - Noi ci limitiamo a ricordare il riepilogo dell’estratto conto dei pagamenti emesso dall’azienda che si occupa di edilizia, secondo cui l’“intestataria” Ilaria Salis, per l’appartamento di via Giosuè Borsi 14, scala E, piano secondo, alloggio numero 0819, superficie 39,72 metri quadri, al 13 maggio 2024 risulta morosa di 90.129,94 euro. Diamo conto di un’ulteriore comunicazione di Aler, che ha sempre come destinataria la Salis. “Oggetto: Indennità di occupazione senza titolo primo bimestre 2024”.
«Ci risulta che lei occupi senza titolo l’alloggio indicato in oggetto. Al ricevimento della presente, le si richiede di provvedere al pagamento della somma (...) quale indennità per il godimento dell’alloggio illegittimamente detenuto nel bimestre in oggetto. Le precisiamo che quanto sopra non implica l’instaurazione di alcun rapporto locativo (...)». Il debito, stando ad Aler, sarebbe stato accumulato a partire dal 2008.
Piccolo salto in avanti: nel 2022 l’attivista è stata sfrattata da una seconda casa popolare occupata abusivamente, nel quartiere Corvetto, Sud di Milano. La Salis, attualmente ai domiciliari a Budapest con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di due militanti di estrema destra, prima di partire per l’Ungheria viveva in Lombardia.
Torniamo agli avvocati: «La prova che da allora a oggi abbia ininterrottamente abitato in quella abitazione (quella di via Borsi, ndr) sarebbe fondata unicamente sulla circostanza che nel 2008 Ilaria sarebbe stata trovata all’interno. Non risultano ulteriori accessi per verificarne la permanenza».
Abbiamo detto di Bonelli e adesso veniamo a Fratoianni, che ha ignorato chiamate e messaggi. La moglie invece, la deputata (sempre di Avs) Elisabetta Piccolotti, prima – anche con un certo piglio – ci parla per 2 minuti e mezzo. Poi ci invia questo sms: «La prego di non riportare mie dichiarazioni perché come le ho detto non voglio commentare notizie su cui non ci sono riscontri e che l’avvocato smentisce».
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Teniamo per noi il contenuto della conversazione. Altra telefonata, questa volta a Massimiliano Smeriglio, europarlamentare Avs uscente e lui spera rientrante, il quale all’inizio ci dice «non so di cosa state parlando»; poi messo al corrente di cosa stiamo parlando si dice «garantista», «anche quando si parla di Toti», chiude, ma con molta educazione, va detto.
Intanto esce un comunicato di Aler: «A fronte dell’occupazione abusiva dell’alloggio di via Borsi 14 avvenuta nel 2008, Aler Milano ha, come di consueto, presentato denuncia nei confronti degli occupanti, ai sensi degli articoli 633 e 635 del Codice Penale, nonché attivato i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio e recupero dell’alloggio in questione. In linea generale si conferma che all’occupazione senza titolo è applicata un’indennità monetaria assimilata al canone massimo dell’unità immobiliare per tutto il periodo della permanenza».
LETTERA ALL’ESECUTIVO Roberto Salis, il padre, attacca Libero, come Bonelli: «Non commento articoli fatti da quotidiani che ho già querelato (...) Ognuno tragga le sue conseguenze su quanto possano essere credibili», e tira in ballo anche il Giornale. Poi la figlia, con rinnovato senso di gratitudine, se la prende con Antonio Tajani al quale ha inviato una mail, mettendo in copia Giorgia Meloni: «Il ministro degli Esteri ha affermato che non c’è alcuna preclusione al trasferimento dei miei arresti domiciliari nei locali dell’ambasciata italiana a Budapest. Prego il ministro di passare finalmente ai fatti perché qui il rischio per la sicurezza mia e delle persone che mi ospitano è concreto». Il padre rilancia: «Il ministro produca i documenti». Già... Se la figlia è uscita dal carcere il merito è di Bonelli e Fratoianni. Forse anche di Soumahoro.