Caso-Signorelli

Giovanni Donzelli, schiaffo alla sinistra: "Quanto vale il voto di Zagrebelsky"

Giovanni Donzelli si dice "schifato" per il caso Signorelli tirato fuori dal quotidiano La Repubblica a poche ore dal voto. "Il caso è chiuso. Le parole sono gravissime, ovviamente. Ma la polemica è della sinistra che tira fuori chat private di sei anni fa per accusare un partito. Ricordo che la professoressa Di Cesare, quella che insulta Giorgia Meloni, ha pubblicamente difeso la terrorista Balzerani. Questa indignazione un tanto al chilo della sinistra mi lascia perplesso. E un po' mi schifa", dice in una intervista a La Stampa.

Il responsabile dell'organizzazione di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, a proposito della autosospensione da portavoce del ministro Francesco Lollobrigida di Paolo Signorelli, a seguito della pubblicazioni di sue conversazioni dal tono antisemita e neofascista con il capo degli ultras della Lazio "Diabolik", al secolo Fabrizio Piscitelli, precisa che "Signorelli è uno che lavora per noi, la classe dirigente non c'entra. Io non guardo le chat private. Vorrei vedere se qualcuno si mette a spulciare nelle chat private del Pd, o anche di Repubblica. Vediamo che cosa viene fuori. Comunque Signorelli si è autosospeso e ha tolto alla sinistra la soddisfazione di fare la polemica". 

 

 

Rispetto al premierato, Donzelli crede che sia necessario: "Serve una democrazia matura: chi vince governa, chi perde fa opposizione. I nostri padri costituenti non si erano immaginati i Scilipoti o i 5 Stelle che fanno campagna dicendo 'mai con quello' e poi finiscono con tutti".

Quindi, a proposito delle critiche di Zagrebelsky, Donzelli conclude: "Il voto di Zagrebelsky vale quando quello della popolana. L'opinione di Zagrebelsky e degli altri intellettuali da salotto è importantissima. Ma non vale più di quella del semplice cittadino".