Intervista
Anna Maria Cisint: "L'islam ci sta invadendo. Siamo in pericolo, mi candido per difenderci"
«Per me questa candidatura è una missione». Parola di Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, in corsa per le Europee con la Lega nel collegio Nord-Est. Da anni impegnata nella battaglia per frenare l’arrembante avanzata dell’islam, ha subito minacce di ogni tipo, ma non è arretrata di un millimetro. E questa campagna elettorale lo conferma.
Sindaco, ci racconta la genesi della sua candidatura?
«Parto col dire che a me fare il sindaco piace molto. Anche perché vengo da un’esperienza di 29 anni come tecnico negli enti locali. Ho accettato la candidatura che mi ha proposto Salvini perché le mie battaglie da sindaco sono le stesse che la Lega sta portando avanti in questa campagna elettorale. Ovvero: rivendicare le nostre radici giudaico cristiane».
Oltre alle questioni amministrative, la sua attività politica si è caratterizzata con le posizioni forti contro il pericolo islamico. Secondo lei è percepito in modo corretto?
«In Europa non hanno ancora capito il pericolo che stiamo correndo. Io ho l’islam davanti agli occhi tutti i giorni. Ogni giorno diventa più invasivo. Non possiamo permettere la sostituzione culturale e religiosa che è in atto. Anche per denunciare tutto questo, non solo ho scritto un libro (Ora basta. Immigrazione, islamizzazione, sottomissione, ed. Signs Publishing), ma ho deciso di candidarmi».
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Lei è figlia di una terra che ha vissuto pagine indelebili della nostra storia. Ci pensa mai?
«Ogni volta che vado in piazza a Monfalcone guardo verso il Carso e penso che i nostri nonni si staranno rivoltando nella tomba a guardare come ci stiamo facendo invadere da un cultura che non ha nulla a che fare con la nostra. E pensare che molti di loro, per difenderla, hanno sacrificato la vita».
In questi giorni impazzano le notizie sulla commistione tra la malavita e visti d’ingresso. Anche questo è un pericolo...
«Da tempo denuncio le storture del mercato del lavoro. Più volte ho sollevato l’anomalia delle procedure d’ingresso, come quelle che hanno portato ad un massiccio impiego di bengalesi nei cantieri navali di Monfalcone e Marghera. Procedure che creano un bacino di manodopera povera e dequalificata, che poi nei territori viene impiegata attraverso lo sfruttamento illegale».
Tra i temi della sua campagna c’è anche quello dell’economia?
«Sì, declinata come la difesa delle piccole e medie imprese che le politiche europee di questo periodo hanno massacrato. La Mitteleuropa è fatta soprattutto di imprese di grandi dimensioni. Gli artigiani, i commercianti i piccoli imprenditori non sanno nemmeno cosa siano. Per questo dobbiamo lottare per difendere questa nostra peculiarità da chi vorrebbe distruggerla».
E dire che nella maggioranza Ue c’erano anche deputati italiani...
«Purtroppo nel recente passato l’Italia ha accettato supinamente di farsi mettere all’ultimo posto della lista. Guardate cosa è successo con la tassa sulla casa o coi diktat sull’auto elettrica. Queste normative rischiano di distruggere intere filiere produttive. Dobbiamo fermare la deriva. L’unico partito che può farlo è la Lega».
A proposito di Lega, dopo un po’ di affanno, il movimento di Salvini sembra aver invertito la rotta. Lei, girando il territorio, che sensazione ha?
«Molto positiva. Da sempre amo girare i mercati, stare tra la gente, perché sono convinta che la vera politica si faccia così. In queste settimane ho avuto chiara la percezione che gli elettori si stiano riavvicinando alla Lega».
Si è chiesta il perché?
«Hanno visto la coerenza di Salvini e della Lega al governo, non solo del Paese ma anche di Comuni e Regioni. Quando la Lega è chiamata a dare risposte lo fa sempre in maniera convincente».
Anche in queste europee c’è il rischio di un forte astensionismo. Se dovesse fare un appello agli italiani per andare a votare, cosa direbbe?
«Le Europee sono un referendum in cui bisogna scegliere da che parte stare: o con l’Italia o con l’Ue che ha altri interessi. Spero che i cittadini si rendano conto della situazione, la pensino come me e votino Lega. L’unica forza politica che in questi anni ha difeso gli interessi del nostro Paese».