Sgoccioli
Antonio Tajani, sfida alla vigilia del voto: "Forza Italia, l'unico voto utile"
«Napul’è mille culure», cantava Pino Daniele. Se non fosse che, in queste ore, a Napoli, piazza Matteotti la location dei miracoli, è di un unico, accesissimo, azzurro berlusconiano. È tutto uno stormir di pullman strombazzanti, di treni sold out dal profondo nord, di migliaia di militanti evocati dal web; è la piazza della Forza Italia dell’ultimo comizio dove Antonio Tajani, il leader, il delfino involontario, il pacificatore, inesausto lancia l’appello al voto. Tajani è immerso nella folla di 5000 anime – politici, amministratori locali, militanti - al centro della callida Partenope tanto cara al fondatore Silvio. In sottofondo scorrono le note di Al Bano, Venditti e Angelina Mango: gli occhi luccicano, i cuori battono, "e Forza Italia/che siamo tantissimi" e tutto il resto del copione.
Caro Segretario (di Presidente cene sarà sempre e solo uno, Silvio, incorporato nel simbolo del partito), partiamo dalle cose meno gioiose. Putin –come lei ha appena dichiarato- può influenzare le elezioni? In che modo?
"Esiste un conflitto armato, in Ucraina, nel quale l’Italia non è e non sarà coinvolta, pur sostenendo in tutti i modi il diritto alla sovranità di un paese aggredito. E poi esiste quella che viene definita “guerra ibrida”, non convenzionale, fatta di disinformazione, utilizzando il web o organi di stampa, intellettuali, opinion leader compiacenti. Si traduce nella diffusione di notizie false, destinate a spaventare le opinioni pubbliche, di provocazioni per dividere gli alleati, di sostegno diretto e indiretto a forze politiche anti-europee, pseudopacifista o anti-occidentali".
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Le posizioni delle famiglie europee al centrodestra sono chiare per future alleanze. Voi non volete la Le Pen, Salvini non vuole il Ppe, eccetera. Quindi la maggioranza anti-socialista con cui lei era stato eletto Presidente sulla carta non è possibile? Come vi regolerete? Chi cederà alla fine?
!Non parlo delle altre forze politiche. Sono il segretario di Forza Italia. Mancano poche ore alle elezioni, lasciamo che i cittadini europei si esprimano, poi capiremo sulla base dei loro voti cosa si potrà fare. Io continuo a lavorare per una maggioranza come quella che mi ha eletto nel 2017 Presidente del Parlamento Europeo, con i Conservatori, i Liberali e ovviamente il nostro partito, i Popolari. Ci siamo già riusciti, potremmo riuscirci ancora".
Be’, qui la vedo dura...
«In ogni caso, quel che è certo è che nessuna maggioranza sarà possibile senza il Ppe, la maggiore famiglia politica europea, che noi orgogliosamente rappresentiamo in Italia».
Alla Presidenza Ue meglio Von Der Leyen o Draghi? (un sondaggio Ue darebbe Draghi in testa...).
"Il Trattato dice che il presidente della Commissione viene individuato seguendo i risultati delle elezioni. Draghi non mi risulta sia candidato da nessuna forza politica. Il candidato del Ppe è Ursula von der Leyen. E in ogni caso il presidente della Commissione dovrà essere espressione della maggiore forza politica europea, che siamo noi Popolari".
Ilaria Salis, 4 condanne passate in giudicato e debiti verso il Comune di Milano per case occupate abusivamente, chiede di trasferirsi alla ambasciata italiana dai domiciliari, il papà continua a fare campagna elettorale per la figlia contro il governo. È normale?
"Da garantista e da Ministro degli Esteri della Repubblica, ho considerato mio dovere fare tutto il necessario e il possibile per fare in modo che alla signora Salis, come ad ogni cittadino italiano, a prescindere dalle sue opinioni politiche, fosse garantito il diritto ad un giusto processo e ad un trattamento carcerario dignitoso".
Non le ricorda un po’ Toni Negri alle elezioni?
"Su Toni Negri la storia ha già emesso il suo giudizio: è stato un cattivo maestro".
La critica ai partiti italiani specie dai giovani, è che i partiti non sono andati sui programmi europei, ma hanno puntato sulle personalità dei leader: e così l'elezione diventa soltanto un test per riequilibrare i rapporti di forza all'interno delle coalizioni.Condivide?
"Condivido. Io mi sono candidato, dopo trent’anni di esperienza in Europa, proprio per parlare di Europa, perché penso che il nostro futuro, e ancora più quello dei nostri figli, si decida in Europa e attraverso l’Europa. Noi italiani – ma anche paesi più forti di noi economicamente o militarmente – non potremmo mai competere nel mondo globalizzato, né difendere i nostri interessi, i nostri valori, la nostra identità con le nostre sole forze".
I soliti molti dicono che il Green Deal è stato il vero fallimento Ue. È d'accordo? E quali altri fallimenti sono attribuibili all'Unione?
"Forza Italia è a favore alla lotta al cambiamento climatico, che è un problema vero. Ma non va affrontato in modo ideologico, senza tener conto dei costi sociali e di adattamento delle imprese. Dobbiamo tenere insieme la lotta al cambiamento climatico, la competitività delle imprese e la sostenibilità sociale. Non possiamo fare politiche ambientali in agricoltura senza il sostegno degli agricoltori. Stesso discorso per la direttiva sulle case green: non si impongono costi impossibili da sostenere e senza tener conto della realtà immobiliare italiana con il nostro enorme patrimonio storico e culturale".
Dopo le polemiche pre-elettorali con Salvini, la Lega dice che supererà FI e non ci saranno rimpasti di governo...
"Noi non siamo in competizione con la Lega. Siamo alleati, ma ci rivolgiamo ad un elettorato diverso, con contenuti diversi e con un linguaggio diverso. Io lavoro per far crescere Forza Italia, tutti i segnali dicono che ci stiamo riuscendo. Noi parliamo ai moderati, ai liberali, ai cattolici, ai riformisti della sinistra delusi dalla svolta massimalista della Schlein e dall’inconsistenza delle piccole aggregazioni centriste".
Lei è riuscito a riunire tutta FI nel ricordo di Berlusconi. Quanto conta in queste elezioni (e nel futuro) il ricordo del “padre”?
"Berlusconi è la nostra storia, la nostra anima, la nostra identità. Non è il passato, è il presente e il futuro di Forza Itali".
Però c’è stata una polemica sul nome del fondatore nel simbolo.
"Ho trovato volgari e avvilenti le polemiche sull’uso del suo nome. Nel nostro simbolo Berlusconi ci sarà sempre. Il suo nome è scolpito nei nostri cuori. Lui ha piantato le radici di Forza Italia, il nostro compito è tener vivo l’albero e farlo crescere perché dia buoni frutti".
Qualcuno le rimprovera di aver dato molto spazio in queste elezioni a candidati, diciamo, non nuovissimi, come Letizia Moratti che andò malissimo con Calenda...
"Moltissimi dei nostri candidati sono nomi nuovi, presi dalla società civile o da esperienze amministrative civiche importanti. Ma non è la novità il criterio più importante: abbiamo cercato candidati competenti, credibili, capaci di lavorare per l’Europa e per l’Italia in Europa. Fra loro è naturale che ci sia Letizia Moratti, che ha un’autorevolezza internazionale straordinaria, che è stata capace quasi da sola di portare a Milano l’Expo".
Ci può essere un effetto-Vannacci che possa “pompare” la Lega e togliere voti a FI? E anche se fosse, che influenza potrebbe avere nelle future alleanze europee?
"Non sono in grado di valutare se il generale Vannacci porterà consensi alla Lega. Quello di cui però sono certo è che non ne sottrarrà a Forza Italia.
I suoi argomenti e i suoi toni sono lontanissimi da quelli degli elettori ai quali ci rivolgiamo. Certo, le posizioni del generale Vannacci, rendono più difficile, non certo più facile costruire una maggioranza in Europa alternativa alla sinistra".
Armi all'Ucraina. Alla fine qual è la linea ufficiale?
"L’Italia non si fa minacciare da nessuno. Semplicemente, non siamo in guerra con la Russia, siamo impegnati ad aiutare l’Ucraina a difendersi"
Sì, ma le armi bisogna dargliele per difendersi non dal loro territorio, osi deve stare dietro alle minacce di Putin?
"I sistemi d’arma italiani, che stiamo continuando a fornire, non possono essere impegnati in azioni offensive sul territorio russo. Il nostro obbiettivo, in Ucraina come in tutti gli scenari di conflitto, rimane quello della pace. Ma non si può ottenere calpestando i legittimi diritti del popolo ucraino alla sovranità e alla libertà".
Se in Usa vince Trump dobbiamo temere una revisione dei rapporti America/Ue? Cioè: dobbiamo pensare davvero a un esercito europeo e alle filiere produttive protette dalla concorrenza indiretta Usa (come dice Draghi)?
"C’è un pericoloso equivoco: un esercito europeo, che io continuo a considerare uno strumento indispensabile e urgente, non significa affatto un allentamento dell’alleanza con gli Stati Uniti. Il nostro rapporto con gli Usa è una scelta di civiltà che va avanti da quasi ottant’anni e che prescinde da chi di volta in volta sieda alla Casa Bianca".
Avete paura dell’astensionismo, o chi non va a votare specie per protesta ha sempre torto?
"Berlusconi ricordava sempre che solo una minoranza dei popoli del mondo ha la fortuna di poter decidere liberamente con il voto, e che per ottenere questo diritto i nostri padri e i nostri nonni hanno dato la vita. Non utilizzarlo è davvero senza senso, perché l’Europa è il nostro futuro".
Una cosa di cui va fiero da quando è ministro?
"La maggiore emozione l’ho provata quando una madre nigeriana, salvata dalla strada dalla comunità Giovanni XXIII di don Oreste Benzi, mi supplicò di aiutarla a ritrovare la sua bambina, sottratta nel suo paese. Ho attivato la Farnesina, i nostri uffici si sono mossi con altissima professionalità e massima dedizione; qualche mese dopo la bambina era in Italia, fra le braccia della mamma, e poteva ricevere il battesimo da don Aldo Bonaiuto, oggi guida la Comunità. Partecipare come padrino a quella cerimonia, condividere la felicità di una madre e di una figlia, è stato per me il più alto riconoscimento".
Cosa non rifarebbe?
"Sinceramente non so rispondere: come ogni essere umano ovviamente commetto degli errori, ma sempre in buona fede e cercando di agire al meglio nelle circostanze date".
Franceschini dice al Foglio: "Tajani può essere la sorpresa a mitigare Meloni sul premierato". Lei, a queste parole è contento o si chiede "dove ho sbagliato?".
"Franceschini non ci conosce se pensa che Forza Italia possa sabotare l’azione del governo. Quella sul premierato è una legge che è perfettibile, ma va sulla strada giusta. Però è vero: noi siamo una forza centrista, diversa anche se alleata alla destra. Ogni voto a Forza Italia dà più forza in Italia ed in Europa alle idee liberali, cristiane, riformiste. E poiché Forza Italia è l’unico soggetto politico centrista al governo in Italia e in Europa, votare per noi, per chi si considera moderato, è l’unico voto davvero utile".
Sventola il bandierone, sguardi al cielo, siamo tutti fortissimi...