Il ministro

Guido Crosetto, la dura replica a Di Matteo: "Stupito e un po' inquietato"

Signori, non prendiamoci in giro: la guerra tra toghe e politica è entrata di nuovo nel vivo. La mozione approvata dall'Anm ha il vago sapore della costituzione di un sorta di partito politico in toga che di fatto ha un solo obiettivo: sabotare qualunque riforma dell'assetto dello Stato e della Giustizia. Ed è in questa direzione che vanno lette anche le sponde politiche offerte da Schlein e Conte alle toghe rosse con tanto di intervento e applausini al congresso di Palermo. E così dopo il duro attacco di Conte che ha evocato "piani da P2" per infangare maggioranza e governo, sulle colonne del Fatto è il magistrato Nino Di Matteo a mettere nel mirino l'esecutivo parlando nuovamente di P2 e Licio Gelli.

Accostamenti assurdi e molto pericolosi. E così il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha commentato quanto affermato da Di Matteo che lo chiama in causa: "Non ho mai parlato di separazione delle carriere in vita mia, perché è un argomento tecnico che non mi ha mai appassionato e che quindi non ho nemmeno mai approfondito; sono invece sempre stato contrario per principio alla dipendenza dei Pm dall’esecutivo e questo l’ho detto anche in modo chiaro, più volte, pubblicamente. L’ultima ieri. Sono da sempre contrario alla carcerazione preventiva (per chiunque e sempre!) che non sia assolutamente necessaria per la gravità dei reati e la reale pericolosità dei soggetti. Sono da sempre contrario alla pubblicizzazione di atti, intercettazioni, teoremi vari, fino alla sentenza di primo grado. Sono garantista verso chiunque. Non sono particolarmente amico di Toti e non so nemmeno chi siano la stragrande maggioranza degli altri di cui si è parlato in questi giorni".

Poi l'affondo: "Di Genova conosco l’acquario, il centro storico e poco di più. Tutto ciò premesso -continua Crosetto- qualcuno potrebbe dirlo ad alcuni giornalisti italiani usi a piegare le parole ed il pensiero degli altri per costruire le tesi che interessano loro? E magari anche al Dott. Di Matteo, la cui superficialità nel dare patenti (ho letto nella sua intervista odierna che lui è convinto che io voglia il controllo della magistratura da parte dell’esecutivo) mi ha molto stupito ed un pò inquietato".