Confini
FdI, la protesta: "Trieste-Trst sui documenti? Bilinguismo inaccettabile"
Trieste/Trst. Chi frequenta il confine orientale, questa doppia dicitura è abituato a vederla sui cartelli stradali. Trieste, in italiano, e Trst, il nome della città tradotto in sloveno. Meno chiaro è perché la doppia versione sia finita anche sui documenti d’identità di alcuni cittadini, cosa non prevista.
La denuncia è arrivata ieri da Roberto Menia, senatore e coordinatore in Fratelli d’Italia del dipartimento Italiani all’estero. «Cittadini triestini residenti in alcuni comuni del Friuli-Venezia Giulia e di altre regioni italiane», ha spiegato Menia in una nota, «si sono trovati, senza farne richiesta, la dicitura “Trieste-Trst” sulla carta d’identità appena rinnovata. Mi sono arrivate diverse segnalazioni, non siamo dunque di fronte a un caso isolato. Si tratta di una bilinguizzazione abusiva inaccettabile, perché nessuna legge, statuto, decisione o norma ha mai variato in forma bilingue, con l’aggiunta dello sloveno “Trst”, il nome della città di Trieste. È un caso inaccettabile tanto più nel settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, che ricorrerà il 26 ottobre 2024. Non so se dietro ci sia l’errore di un funzionario, una forzatura voluta o un pasticcio informatico. Intendo capirlo e per questo ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno».
Già, probabilmente si tratta soltanto di un intoppo burocratico, ma il tema, dalle parti di Trieste, è di quelli particolarmente sensibili. Impossibile, infatti, non pensare all’occupazione titina della città e alla lunga battaglia dei triestini per tornare ufficialmente italiani, battaglia vinta, come ricordato da Menia, il 26 ottobre 1954.
Certo, i tempi da allora sono cambiati. La Slovenia fa parte dell’Unione europea da ormai vent’anni. Le tensioni e le divisioni del passato sono superate. Insomma, non ci sono vecchie ferite da riaprire, ma solo leggi da rispettare. Trieste, sui documenti, dovrebbe essere solo Trieste...