Ma lo sapeva?
Meloni-Schlein su Rai 1, "tutti via da Telemeloni": Pd, la figuraccia di Ruotolo
Saranno gli studi di Porta a porta, su Rai 1, a ospitare l'attesissimo duello tv tra la premier Giorgia Meloni ed Elly Schlein. A comunicarlo i rispettivi staff di presidente del consiglio (e leader di Fratelli d'Italia) e segretaria del Pd, che rendono nota anche la data del confronto faccia a faccia: giovedì 23 maggio.
Alla fine, dunque, festeggia Bruno Vespa, che si aggiudica il ruolo di padrone di casa e moderatore dell'evento mediaticamente più importante di questa campagna elettorale, due settimane prima del voto per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno prossimi. Spettatore assai interessato Giuseppe Conte, che in una intervista sulla Stampa commentava l'indiscrezione poche ore prima dell'ufficialità della notizia: "Vedremo l'ordalia mediatica su chi delle due verrà laureata per la migliore performance, poi io potrei misurarmi con la vincente". E via, nel caso, a un altro tormentone televisivo.
Il fatto che lo scontro Meloni-Schlein alla fine verrà ospitato dalla Rai dovrebbe mettere in qualche imbarazzo Sandro Ruotolo, senatore dem, candidato alle Europee nella circoscrizione Sud e soprattutto responsabile Informazione nella segreteria del Pd, che poche ore prima dell'annuncio tuonava ancora una volta contro TeleMeloni. Delle due l'una: o vuole apparecchiare un clima da guerriglia di cui la stessa Schlein potrebbe pagare dazio oppure, peggio, non sapeva nulla delle trattative. In entrambi i casi, una figuraccia ai limiti delle dimissioni.
"La debolezza del rapporto tra giornalismo e politica nasce con l'editto bulgaro di Berlusconi, ma oggi la situazione è ancora più pericolosa - pontificava Ruotolo, ex braccio destro di Michele Santoro, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica "Primo piano - Elezioni europee 2024" dell'agenzia Italpress -. Se parlavi di mafia e dell'origine del potere di Berlusconi diventava una belva, però era uno che sapeva fare televisione e aveva a Mediaset giornalisti come Giorgio Gori, Maurizio Costanzo ed Enrico Mentana; in questa Rai-Tele Meloni i pezzi pregiati sono scappati tutti".
Quindi le frasi proprio su Vespa: "Non è un novellino assunto oggi e il ministro Sangiuliano è stato prelevato dal Tg2, segno che il pluralismo c'era già prima e non era solo la sinistra a comandare. Entro agosto 2025 dobbiamo rendere il servizio pubblico indipendente, rispettando il Media Freedom Act approvato in Europa. Quando Renzi era segretario Pd e presidente del Consiglio ha combinato un bel guaio togliendo la Rai dal controllo del parlamento e portandola sotto quello dell'esecutivo: la cultura deve stare dalla parte di chi è governato, non di chi governa. Non era mai successo che un direttore dell'approfondimento giornalistico, come Paolo Corsini, andasse a una festa di partito a parlare a nome di quest'ultimo: loro hanno questo problema dell'egemonia culturale della sinistra, perché non possono rivendicare quella che c'era ai tempi del fascismo. La censura del monologo di Scurati è davvero una brutta figura, di cui non a caso si è parlato in tutto il mondo".