Puglia, cosa non torna

Michele Emiliano in antimafia, "cosa trovo sconcertante": da Gasparri il colpo letale

Un Michele Emiliano pressato e in evidente difficoltà. Il governatore Pd della Puglia è stato protagonista dell'audizione presso la Commissione parlamentare antimafia in relazione alle inchieste che da settimane hanno terremotato Bari e la regione guidata dal centrosinistra.

Corruzione elettorale e commissioni con la mafia hanno portato a una raffica di arresti, indagati eccellenti e dimissioni pesantissime dal punto di vista politico. Dopo il ritiro di Giuseppe Conte di tutti gli assessori dalla giunta regionale di centrosinistra, Emiliano due giorni fa ha incassato, per così dire, la sconfitta della mozione di sfiducia avanzata contro la propria maggioranza. Ma la posizione dell'ex magistrato è tutt'altro che solida. 

"Trovo discutibile 'imporre regole' andando a casa delle persone sbagliate - lo incalza in commissione il senatore Maurizio Gasparri, di Forza Italia -. Se lo facessero tutti gli amministratori, daremmo un indirizzo complicato che renderebbe difficile distinguere. Trovo sconcertante quella sua azione quella sua iniziativa, che denota un malinteso spirito delle istituzioni. Sul palco peraltro non interruppe don Cassano, che diede del criminale al ministro Piantedosi. Non ne prese le distanze, nonostante si trovasse in una manifestazione pubblica auto-assolutoria". Il riferimento è alla famosa confessione del governatore, che in qualità di sindaco si sarebbe recato a casa della sorella del boss di Bari Capriati in compagnia dell'allora giovane assessore alla Mobilità Antonio Decaro, a sua volta oggi potente primo cittadino del capoluogo. Una confessione che Emiliano fece qualche settimana fa sul palco a un comizio, con accanto a sé Decaro visibilmente imbarazzato. Ne seguirono giorni di surreali smentite e precisazioni.

"Su Pisicchio non mi ha convinto - prosegue Gasparri -, o è un indovino o (come sono convinto) lei era a conoscenza di quanto stesse per succedere. La sua versione è inaccettabile". In questo caso invece Gasparri parla della presunta fuga di notizie riguardo all'ex assessore regionale Alfonso Pisicchio, che si è dimesso poche ore prima dell'ufficialità del suo arresto. Il sospetto è che a spingerlo al passo indietro sia stato proprio Emiliano, forse a conoscenza di cosa stava per accadere. Un sospetto fermamente respinto dal governatore. 

Di "toppa che è peggio del buco" a proposito delle dichiarazioni di Emiliano parla Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. "Anziché chiedere finalmente scusa per l'inadeguatezza e l'inopportunità delle sue condotte, il presidente della Regione Puglia aggrava la sua posizione. Sul caso Pisicchio - con un ragionamento contorto che forse non capisce neanche lui - dice che se avesse saputo dell'imminente arresto non lo avrebbe revocato, ma nulla dice sul messaggio che avrebbe inviato al predetto avvisandolo dell'evolversi della sua situazione giudiziaria. Sulla visita alla sorella del boss, invece, si giustifica dicendo che era solo andato a dirle 'le regole le facciamo noi' e, come se non bastasse, sottolinea che lo aveva fatto altre volte". Questa sua presa di posizione, conclude Foti, "conferma la gravità di un retaggio culturale da cui occorre prendere le distanze. Non esistono 'protettori', non esistono 'cavalieri oscuri'. Esiste la legge, esistono le istituzioni ed esiste lo Stato che ha il dovere di proteggerci".