La vera censura

Roccella zittita dalle femministe, la lezione di Mattarella ignorata dai compagni

Sarà l’aria di maggio, che eccita certi sentimenti. Un anno fa, al Salone del libro di Torino, il bavaglio delle trans -femministe, o come si fanno chiamare, impedì al ministro per la Famiglia e la Natalità di presentare il proprio libro (argomento assai poco reazionario: i rapporti tra la sua famiglia e Marco Pannella). Ieri mattina, a Roma, scena simile. Stavolta ad opera di un gruppo di studenti, o studentess*, o come si fanno chiamare.

Auditorium della Conciliazione, Stati generali della Natalità, organizzati dalla Fondazione per la Natalità di Gigi de Palo. Solo le 8.45 e sul palco salgono Eugenia Roccella, il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon e Jessica, una giovane incinta di otto mesi. Non riescono nemmeno ad iniziare a parlare. Dalla platea una ventina di giovani mostra una scritta, fa partire fischi e grida: «Ma quale Stato, quale Dio, sul mio corpo decido io».

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