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Roccella, Laura Boldini: "Censura? Una confusione pericolosa"

"Non condivido i metodi di chi impedisce ad altri, chiunque siano, di parlare: lo trovo sbagliato e quindi mi dissocio dalle modalità che non hanno permesso alla ministra Roccella di fare il suo intervento": inizia così il messaggio con cui Laura Boldrini del Pd ha commentato le contestazioni subite dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, a cui non è stato permesso di parlare agli Stati generali della Natalità a Roma. A interromperla, a suon di slogan triti e ritriti, un gruppo di studentesse insieme al movimento transfemminista Aracne.

"Questo episodio - ha proseguito la Boldrini - avviene a poche ore dalla notizia dell'avvio di un procedimento disciplinare contro Serena Bortone, colpevole di aver reso nota l'eliminazione del monologo sul 25 aprile che Scurati avrebbe dovuto leggere nel suo programma. Un provvedimento che ha tutta l'aria della ritorsione verso una giornalista che ha denunciato una censura". 

 

 

 

La deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo ha spiegato che invece in questo caso non si può parlare di censura: "Oggi è la ministra Roccella a parlare di 'censura' per la contestazione di un gruppo di studentesse e studenti nei suoi confronti durante gli Stati Generali della Natalità. È successo anche a me di essere contestata, come in democrazia può capitare a chi ha un ruolo pubblico, ma non ho mai parlato di 'censura'. È una confusione pericolosa che si fa: la censura, quella vera, è quella che il potere esercita sul dissenso, mentre il dissenso è l'unica possibilità nelle mani di chi il potere non ce l'ha di fare sentire la propria voce". Secondo la Boldrini, insomma, per il caso Bortone-Scurati è giusto parlare di censura, in questo caso invece no. Due pesi e due misure. Infine, pur riconoscendo che debba essere permesso a tutti di esprimere il proprio pensiero, la dem ha detto: "Il governo deve mettere in conto di essere contestato e accettarlo senza ogni volta gridare alla censura".