Il filosofo
Massimo Cacciari su Meloni: "Antifascimo... cosa siamo, confessori?"
"Tre quarti del voto del Pd è come il mio, di inerzia: ho sempre votato da quella parte, cosa dovevo fare? È un voto di assuefazione che costituisce lo zoccolo duro del partito": Massimo Cacciari lo ha detto in un'intervista al Corriere della Sera, riferendosi alle europee dell'8 e 9 giugno. Elezioni durante le quali, secondo lui, il partito di Elly Schlein "non andrà male, non dovrebbe arretrare".
A votare i dem per inerzia, a detta del filosofo, è "una certa borghesia, un ceto medio relativamente tranquillo che non voterebbe mai a destra né il partito di Berlusconi. Ha cercato di votare Renzi, delusioni tremende. Poi Calenda che non è credibile. Voterà Schlein, donna, giovane, è giusto anche sperare che riesca a fare qualcosa". Sulla segretaria dem, comunque, il suo giudizio non è del tutto positivo, anzi: "Non è credibile, non ha il physique du rôle. Ma almeno ha capito che si deve occupare di temi sociali perché il Pd è un partito di massa e non può essere un partito radicale né tantomeno radical chic".
Cacciari, poi, ha criticato anche chi si ostina a chiedere alla premier Giorgia Meloni di definirsi antifascista: "Questa richiesta di pentimenti, di conversione è odiosa. Ma cosa siamo, confessori? Beatrice con Dante alle soglie del paradiso?". Mentre su un eventuale duello televisivo tra Meloni e Schlein, il filosofo ed ex sindaco di Venezia ha detto di credere che "ci sarà un pareggio. Né Meloni né Schlein dovrebbero perdere rispetto alla situazione attuale. L’obiettivo di Meloni non è aumentare o mantenere i voti in Italia". L'obiettivo della presidente del Consiglio, ha proseguito Cacciari, è "diventare decisiva in Europa, dove i popolari, il centro, anche per ragioni di numero, finiranno per allearsi con le destre. E allora la Meloni diventerebbe il vero leader europeo".