Sereno ma perplesso
Casa di Montecarlo, Fini si sfoga dopo la condanna: "Non ho capito in cosa consiste il reato"
Dopo una trafila giudiziaria lunga quasi un decennio, è arrivata la sentenza sulla casa di Montecarlo lasciata dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale. Imputati, l'ex leader del partito Gianfranco Fini, la compagna e parte della famiglia di lei. I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma hanno condannato in primo grado l'ex presidente della Camera a due anni e otto mesi, Elisabetta Tulliani a 5 anni, suo fratello Giancarlo Tulliani a 6 anni di reclusione e il padre Sergio Tulliani a 5 anni di reclusione.
All'uscita dell'aula, Fini ha rilasciato delle brevi dichiarazioni sulla decisione del tribunale. "Non sono deluso: non sono stato ritenuto responsabile di riciclaggio, evidentemente l'unica cosa che ha impedito di assolvermi è l'autorizzazione alla vendita dell'appartamento che è del tutto evidente non è stata da me autorizzata. Me ne vado più sereno di quello che si può pensare dopo 7 anni di processi. Ricordo a me stesso che per analoga vicenda una denuncia a mio carico fu archiviata dalla procura di Roma".
Gianfranco Fini, per quanto fiducioso nella giustizia, si è detto perplesso circa il reato che gli viene contestato: "È giusto avere fiducia nella giustizia, certo se fosse un po' più sollecita. Dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, tante accuse, tanta denigrazione da un punto di vista politico sono responsabile di cosa? Di aver autorizzato la vendita. Non mi è ben chiaro in cosa consista il reato. Non ho autorizzato la vendita dell'abitazione di Montecarlo ad una società riconducibile a Giancarlo Tulliani. Quando ho dato l'ok non sapevo chi fosse l'acquirente".