Il ministro

Piantedosi gela Casarini: respinto il ricorso della Mare Jonio

Elisa Calessi

Accelerare il disegno di legge sulla sicurezza, che contiene norme per tutelare le forze dell’ordine. A chiederlo, ieri, nel question time alla Camera dei deputati, è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il testo, al momento, è all’esame delle commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati. Una parte del provvedimento è dedicata, ha spiegato Piantedosi, proprio «alla tutela degli operatori di polizia durante lo svolgimento dei loro compiti». Misure, soprattutto queste ultime, «che ho fortemente voluto e che ritengo non più procrastinabili, come anche i fatti di ieri a Torino dimostrano». Il riferimento è agli scontri che ci sono stati nel capoluogo piemontese tra studenti e polizia. «Lo dobbiamo», ha proseguito Piantedosi, «alle donne e uomini in divisa che, per adempiere ai loro doveri e per garantire i nostri diritti, sono quotidianamente esposti ad aggressioni, minacce e violenze messe in atto da chi ha l’unico obiettivo di non rispettare le leggi e di provocare disordini».


Il ministro ha riferito di aver parlato con i gruppi di maggioranza per sollecitare la calendarizzazione del disegno di legge, che ora è in prima commissione alla Camera. «Confido», ha detto, «che questo pacchetto di misure normative, arricchito dal confronto parlamentare, possa proseguire celermente il suo iter e dare quelle risposte in termini di sicurezza ai cittadini che le attendono, e alle Forze di Polizia a cui è affidato il compito di tutelarli». Il provvedimento, ha ricordato il ministro, contiene «novità volte a incrementare i livelli di sicurezza dei contesti urbani, andando incontro a specifiche esigenze di tutela fortemente avvertite dai cittadini». Tra queste, ha ricordato la «nuova fattispecie di reato di occupazione arbitraria di quegli immobili destinati al domicilio del proprietario, cui si affianca una specifica e accelerata procedura di reintegrazione nel possesso dell’immobile occupato». Ha poi citato «le misure di rafforzamento degli strumenti di deterrenza e di repressione del crescente fenomeno delle truffe agli anziani, nonché di estensione del cosiddetto Daspo urbano a soggetti gravati da precedenti penali per delitti contro la persona o contro il patrimonio». Ha poi risposto a un’interrogazione di Alleanza Verdi e Sinistra sul caso della nave Mar Ionio, ricordando che «la ricostruzione dei fatti relativi alle operazioni di soccorso che hanno coinvolto la motovedetta libica Fezzan e la nave privata Mare Jonio, da me fornita lo scorso 11 aprile al Senato, è stata effettuata sulla base di rapporti ufficiali provenienti dalle autorità competenti, internazionali e italiane». Ha poi aggiunto che «sulla base della condotta tenuta dalla nave Mare Jonio» sono «state applicate dalle autorità competenti le sanzioni previste dal decreto-legge numero 1 del 2023 e il conseguente fermo dell’imbarcazione che, notizia di oggi (ieri ndr), ha resistito alla istanza giudiziale di sospensione proposta dalla nave privata».

 


È di ieri, infatti, la notizia che il tribunale di Ragusa ha rigettato il ricorso dei proprietari della nave contro il fermo amministrativo della imbarcazione in quanto, come scrive il gip Claudio Maggioni, «non appaiono sussistenti i profili di periculum dedotti dai ricorrenti a sostegno dell’istanza cautelare», la Mare Jonio «non è abilitata al servizio di salvataggio» e non ci sono motivi sufficienti per escludere la «reiterazione della violazione».