Sparate
Otto e mezzo, Rosy Bindi: "Meloni a disagio in questa repubblica antifascista"
La premier Giorgia Meloni? "A disagio in questa repubblica antifascista". Rosy Bindi, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, cavalca la polemica di Antonio Scurate e il polverone sulla censura a Che sarà, su Rai 3.
L'ex presidente della Commissione Antimafia allarga subito il campo: "Direi che se c'è una deriva fascistoide nel Paese questa è eventualmente iniziata con Berlusconi, così come l'aggressione alla Rai. La riforma Renzi, poi, si è inserita nel quadro di quelle riforme dove è il governo a fare le nomine e non il Parlamento. Il problema, come sostiene Scurati, è che non si può mettere sullo stesso piano la lottizzazione, che è sempre stata fatta, e quello accaduto in Rai in questo periodo, non riesco a dargli torto. La presidente del Consiglio e il suo partito sono sempre stati a disagio in questa repubblica antifascista, non l'hanno mai riconosciuta fino in fondo; la riforma costituzionale che hanno presentato ne è la prova. Festeggiare oggi il 25 aprile in Italia significa celebrare la resistenza e non fare revisionismo storico come provano di tanto in tanto Lollobrigida o La Russa sugli anni del terrorismo neofascista e rosso".
"Non ho paura delle camicie nere - prosegue l'ex esponente Dc transitata poi nel Pd - ma della torsione autoritaria che sta avendo l'Italia, come tanti altri Paesi europei con cui guarda caso il governo va a braccetto. Siamo in una fase molto delicata che ci sta riportando anche alla guerra, sono estremamente preoccupata che i connotati fondamentali della nostra democrazia finiscano definitivamente per snaturarsi in una svolta autoritaria".
La Bindi ne ha anche per Elly Schlein: "Queste elezioni europee saranno un passaggio cruciale per l'Ue ma in Italia finiscono per essere un derby tra i leader politici, un sondaggio interno. In molti si candideranno per poi non andare, e la penso come Prodi. In questo momento abbiamo più che mai bisogno di confrontarci sul futuro del continente. Sul Pd, un partito del genere non si cambia in un giorno, è una macchina complicata. Do atto ad Elly Schlein di provarci ma il lavoro è molto complicato, perché il partito è organizzato in correnti, la classe dirigente è votata all'autoconservazione, nel Mezzogiorno ci sono le situazioni che abbiamo visto e si continua a sottovalutare la questione morale come una questione democratica. Le riconosco il merito di continuare a perseguire l'unità del centrosinistra, cosa che tutti dovrebbero fare. Spero che anche i 5 Stelle si decidano, è necessario e indispensabile iniziare a costruire un'alternativa al centrodestra".