Solita ipocrisia
Tagadà, Mulè smaschera la sinistra: "Quale spettro di regime, è il fantasma formaggino"
"Io non vedo lo spettro del regime; vedo il fantasma formaggino che faceva poca paura perché nulla è stato impedito a nessuno". Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, è intervenuto sul caso Scurati a Tagadà, su La7. L'azzurro, alla domanda della conduttrice Tiziana Panella su chi avesse beneficiato della polemica ha risposto: "Ne ha beneficiato il programma della Bortone che ha fatto un punto di share in più, ne ha beneficiato Scurati. Non ne ha beneficiato la qualità del dibattito politico perché, vede, questi allarmi democratici sul regime sono come le curve: a ogni governo corrisponde un regime".
Mulè ha spiegato come, a ogni governo che si succeda, c'è sempre qualcuno che urla al regime e alla censura e di esempi ce ne sono molti: "Massimo Giannini denunciò dalla Rai di essere stato licenziato dal Partito Democratico nel 2016 per la linea editoriale che aveva nell'allora presidente del consiglio. Allora, anche all'epoca si disse 'l'occupazione del potere, lo spettro del regime'. In questo caso, io non vedo lo spettro del regime; vedo il fantasma formaggino che faceva poca paura perché nulla è stato impedito a nessuno".
La Panella ha provato ha insistere sul fatto che a Scurati sia stato impedito di parlare, ma Mulè ci ha tenuto a puntualizzare la vera dinamica dei fatti: "La censura è una cosa terribilmente seria. Non è vero che non l'hanno fatto parlare perché lì c'era un problema di contratto, ma nella scaletta mandata dalla trasmissione all'approfondimento Scurati era presente come "tg", trattamento gratuito".