Il caso
Piantedosi sbugiarda l'Ong di Casarini
«Piantedosi ha mentito al Parlamento». Il giorno dopo le parole del ministro dell’Interno in Parlamento, Mediterranea saving humans insiste: quanto dichiarato da Piantedosi in Senato a proposito dell’intervento della nave “Mare Jonio” lo scorso 4 aprile - che ha causato il fermo amministrativo, con relativa multa, dell’imbarcazione - «è clamorosamente falso». Non è vero, in particolare, sostiene la Ong di Luca Casarini, che il team di soccorso di Mediterranea sia arrivato nella zone delle operazioni in un «momento successivo» all’intervento della Guardia costiera libica. A riprova, la Ong ha diffuso un video nel quale sulla scena «non c’è nessun’altra imbarcazione». «Perché il ministro ha avallato la falsa ricostruzione delle sedicenti autorità libiche?». Una reazione cui si è unito Pierfrancesco Majorino, responsabile politiche migratorie del Pd: «Piantedosi ha dichiarato il falso. La Guardia costiera non ha sparato colpi di avvertimento in aria. Ha sparato alzo uomo».
Parole che hanno suscitato irritazione al Viminale, dove ribadiscono come da atti ufficiali emerga che la “Mare Jonio” abbia operato - in acque internazionali, in una zona di ricerca e soccorso di competenza libica- in violazione delle indicazioni che le erano state fornite dal Centro di coordinamento del soccorso marino di Tripoli. Non solo: la nave della Ong, nonostante le ripetute richieste di allontanarsi dalla zona delle operazioni, è rimasta nell’area. Incitando i migranti a bordo della motovedetta libica Fezzan a gettarsi in mare. Cosa che è effettivamente avvenuta, costringendo il personale libico a soccorrere nuovamente i naufraghi. Alcuni, però, sono stati raccolti dall’unità italiana, che poi li ha portati a bordo della “Mare Jonio”.
Da qui l’avvio del procedimento sanzionatorio nei confronti della nave di Mediterranea, che avrebbe sia ostacolato l’operazione di soccorso delle competenti autorità libiche, sia messo «in gravissimo pericolo» la vita dei migranti, che si sono lanciati in mare per raggiungere l’imbarcazione della Ong. «Non mentirei mai al Parlamento, confermo quello che ho detto», aggiunge in serata il ministro. Non solo. Ad avvalorare quanto ribadito da Piantedosi, spunta ciò che ha scritto sull’Unità lo stesso Casarini lo scorso 4 aprile. In un lungo reportage su quanto accaduto in mare - titolo: «Gli abbiamo tolto la preda e loro sparavano furiosi» il capo missione della “Mare Jonio” si è vantato del blitz: «... di fronte alla determinazione e alla capacità operativa dei rescuers di Mediterranea, hanno aperto il fuoco. Hanno perduto una “preda” (...)».