Capocomico
Beppe Grillo vuole bastonare i proprietari di casa: crociata contro gli affitti brevi
Belli i tempi in cui tuonava contro i politici. Ora Beppe Grillo si è messo di nuovo a caccia di vaffa, ma sembra auspicarli contro se stesso. Li vuole dagli italiani, li cerca, li sollecita. Forse è ansia da prestazione, non è più al centro del “dibattito” e ci si infila in malo modo. L’80 per cento dei nostri connazionali è proprietario di casa? E lui propone di bastonarli (ulteriormente, come se non bastasse una tassazione orrenda): guai a fare della propria abitazione un possibile gruzzolo, un salvadanaio per andare avanti. Beppe Grillo indossa la maschera di quei sindaci di sinistra che vorrebbero impedire gli affitti brevi. Insomma, a casa mia ci entra chi dicono loro... Non esattamente un principio liberale.
Il risveglio del bisonte pentastellato è avvenuto su Ics, la nuova frontiera ribattezzata così da Elon Musk sulle ceneri di twitter. Il fondatore dei Cinque stelle ha impugnato la clava contro i proprietari di casa toccandola mica piano: «Per evitare questo caos di b&b e affittacamere bisognerebbe introdurre nelle assemblee di condominio la facoltà di decidere non all’unanimità ma a maggioranza, il divieto di affittare camere». E così addio al mercato, sovietizziamo pure le mura di casa, l’alternativa rimane l’albergo per chi ha tasche sufficientemente ampie. Altro che tende per gli studenti... Già oggi assistiamo alla protesta di chi è costretto a pagare troppo per affittare una stanza, domani avremo a disposizone l’Hilton hotel per far studiare i nostri ragazzi nelle grandi città? Paga Grillo? Praticamente siamo alla messa in pratica del furto teorizzato col nome di proprietà privata. La casa diventa refurtiva, il suo possesso qualcosa da nascondere per evitare punizioni. Ma tutto questo ha davvero poco di civile, perché tocca nelle tasche chi ha magari sacrificato una vita – sua e della sua famiglia – per investire sul mattone. Poi arriva il “rivoluzionario” da Genova che trova le strade più comode. Nella sostanza Beppe Grillo ha assimilato ogni estremismo della sinistra sul tema, diventa proposta politica – se riuscisse nell’intento – la tesi per cui ogni giorno bisogna mettere i bastoni tra le ruote a quei cattivoni dei proprietari.
Una proposta realistica? Macchè, la butta là per vedere l’effetto che fa, come chi getta il sasso e poi nasconde la mano. La solita provocazione per seminare dubbi e fomentare contro il bersaglio più facile che ci sia, i proprietari di casa. Per fortuna non esiste – o non dovrebbe esistere, qui non si sa mai – una maggioranza in grado di modificare le norme che regolano il codice civile nel nome dell’assalto alla casa. Lo sfotte amaramente – pare, ma di questi tempi chiunque dice la qualunque - un commentatore social: “Giustissimo. Anche per far entrare nel cortile condominiale non residenti o amici degli amici dovrebbe bastare il parere o il diniego di un solo condominio. È una violazione di domicilio e quando arrivi a casa il posto non c’è perché hanno parcheggiato tutti i non aventi diritto”. Un po’ esagerato, diciamo. Un’assemblea condominiale per ogni ingresso?
Quel che in realtà non sembra comprendere Grillo è che a casa propria, pagando ogni genere di tasse che lo Stato ci impone senza alcuna vergogna, ognuno dovrebbe poter fare ciò che crede. Anche per un elementare dettaglio: in un paese dove il lavoro lo hanno massacrato, se uno trova un modo come tirare a campare ci permettiamo il lusso di mettergli i bastoni tra le ruote, ovvero ostacolarlo? La trovata di Grillo è un po’ “cinese”, ma i condomini con gli occhi a mandorla stanno altrove e non da queste parti. I grillini li abbiamo già visti all’opera, tra redditi di cittadinanza e superbonus e mille altre diavolerie che hanno inventato al governo. Pure questa no. Ma per fortuna adesso stanno all’opposizione e non potranno realizzare almeno l’ultima trovata di Grillo. Pare che ora al governo ci sia una maggioranza più liberale che non dovrebbe odiare chi ha casa di proprietà. Per fortuna, aggiungiamo noi.
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