Via libera
Riforme, ok all'elezione diretta del premier: primo colpo del centrodestra
Primo colpo della maggioranza sulle riforme istituzionali e sul premierato. La commissione Affari costituzionali del Senato ha infatti approvato l’emendamento del governo che modifica l’articolo 92 della Costituzione e introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri. Il Governo - si legge nel testo approvato - "è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per cinque anni, per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi. Le elezioni delle Camere e del Presidente del Consiglio hanno luogo contestualmente. La legge disciplina il sistema per l’elezione delle Camere e del Presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività".
La norma prevede poi che "il Presidente del Consiglio è eletto nella Camera nella quale ha presentato la candidatura" e che "il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio eletto l’incarico di formare il Governo; nomina e revoca, su proposta di questo, i ministri".
La Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato anche l’emendamento del governo (3.2000) all’articolo 3 del testo costituzionale sul premierato, relativo all’elezione diretta del presidente del Consiglio, che introduce il tetto di due mandati per il premier eletto, la possibilità di revoca dei ministri e l’eliminazione della soglia del 55% dei seggi come premio di maggioranza.