Come l'hanno ridotto

Il 25 Aprile ridotto (ancora una volta) a una sfilata contro il governo

Alberto Busacca

«Il 25 aprile è divisivo solo per i fascisti». Sono anni che la sinistra ripete questa frasetta. Il senso è chiaro: la Festa della Liberazione è di tutti e quindi tutti, a parte i fascisti, dovrebbero celebrarla. Molto bene. Peccato che poi sia proprio la sinistra a voler trasformare la “festa di tutti” in festicciola soltanto sua. Certo, non è una novità che il corteo del 25 aprile sia una cosa di parte. Cori contro Berlusconi, slogan anti-Salvini, ora attacchi alla Meloni. Senza contare le solite bandiere palestinesi e gli insulti alla Brigata ebraica. Quest’anno, però, il fatto che la sfilata della Liberazione vada trasformata in una manifestazione anti-destra viene detto e teorizzato apertamente, come se fosse la cosa più scontata del mondo.

L’idea, ieri, è stata lanciata dal Manifesto. Che ha fatto questo titolo: «Si potrebbe tornare a Milano il 25 aprile». Sì, tornare. Come nel 1994, quando la piazza si riempì per protestare contro il neonato governo Berlusconi. Leggiamo: «La minaccia neofascista era forte trent’anni fa, quando erano al governo per la prima volta Berlusconi e Fini, ed è fortissima oggi che il governo, con Meloni, è spostato ancora più a destra». Quindi l’appello: «A Milano quest’anno vogliamo una grande manifestazione, più grande del solito. Torniamo in piazza, sapendo che per battere autoritarismo e oppressione, razzismo e manganelli, precarietà, sfruttamento e devastazione ambientale non c’è bisogno di invocare il passato ma serve costruire un futuro migliore».

 

 

La prima pagina del Manifesto è stata subito rilanciata dal sito dell’Anpi. Poi è arrivato anche Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra: «In un Paese in cui la destra al governo non perde mai occasione di sminuire il ruolo della Resistenza e dell’antifascismo, in cui la Costituzione rischia di essere stravolta con l’autonomia differenziata e con il premierato, in cui i segnali di spinte autoritarie si fanno sempre più insistenti, un appello come quello lanciato dal Manifesto non può che essere benvenuto. Tutti e tutte a Milano, dunque...». Ed ecco qui. Nel giorno della Liberazione non si andrà in piazza per ricordare quello che è successo nel 1945, ma per dire che la Meloni è cattiva, che l’autonomia differenziata spacca l’Italia e che il premierato è pericoloso. Chi sostiene l’esecutivo di centrodestra, quindi, non sarà il benvenuto. Com’era quella storia del 25 aprile che è «divisivo solo per i fascisti»?