Mina vagante

Michele Emiliano, il retroscena di Nichi Vendola: "Il gelo di Napolitano per le sue parole"

Carattere fumantino, da capopolo. Un leader sempre insofferente rispetto anche alla sua maggioranza. Michele Emiliano, è stato sindaco di Bari per 10 anni, fino al 2014, e dal 2015 governatore della Puglia. Soprattutto, però, oltre che padre-padrone della regione ha il vizietto di esondare, dai palchi dei comizi ai salotti della tv dove spesso è ospite, e inguaiare anche i suoi colleghi. Il caso del sindaco di Bari Antonio Decaro è eclatante, l'ultimo e forse più clamoroso ma di certo non il solo. 

L'ex magistrato ha rivelato di aver accompagnato l'allora assessore Decaro all'incontro con un rappresentante del clan Capriati per "blindare" il suo giovane membro della giunta, da poco minacciato dagli ambienti mafiosi di Bari. In un video di TeleNorba di 2 anni fa, con Decaro presente in studio e zitto, Emiliano aveva fornito più o meno la stessa versione dei fatti utilizzando espressioni poco felici come "responsabile del luogo" a proposito del capoclan e "amico mio" riguardo all'assessore Decaro.

 

 

 

Sabato ha ricordato l'accaduto e stavolta, alla luce dell'inchiesta della commissione del Viminale sulle possibili infiltrazioni mafiose nel Comune (che potrebbe portare allo scioglimento dello stesso), le sue parole sono state un vero terremoto politico, con Decaro a smentire ed Emiliano a rettificare più volte. La toppa, però, è peggio del buco. E Nicola Vendola, governatore quando Emiliano era sindaco, ospite di Un giorno da pecora su Rai Radio 1, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, ha messo altra carne al fuoco. 

 

 

 

Il racconto di Emiliano lo ha stupito?, gli chiedono i due conduttori. "No, fa parte della sua foga sempre sopra le righe", risponde l'ex leader di Sel con leggerezza. Poi però la faccenda si fa più "piccante", per così dire. "Mi ricordo quando nel 2012 a Bari arrivò il presidente della Repubblica, furibondo con Emiliano, il quale aveva appena dichiarato che c’era un patto tra Pd e Pdl, tra sinistra e destra, per dare un salvacondotto a Berlusconi e che questo patto era benedetto dal Quirinale. La reazione di Napolitano? Il gelo...". Per contestualizzare il tutto: pochi mesi dopo le elezioni politiche del 2013 certificarono lo stallo in Parlamento a causa dell'exploit del Movimento 5 Stelle. Napolitano fu uno dei tessitori che portarono all'accordo per un governo di unità nazionale con dentro Pd e Forza Italia (fino a quel momento, roba da fantapolitica).