Sui banchi
Scuola, ecco i sussidiari "filo-Putin": "Crimea, la regione russa". Esplode il caso, si muove FdI
La guerra in Ucraina sbarca anche sui sussidiari utilizzati nelle scuole medie. Di fatto in alcuni testi spuntano mappe della "regione russa" con la Crimea e anche la "richiesta" sempre da parte della Crimea di essere annessa a Mosca. Sono solo alcuni dei casi sollevati da alcuni segnalazioni giunte a Irina Cascei, giornalista ucraina, e Massimiliano Di Pasquale, direttore dell’Osservatorio Ucraina dell’istituto Gino Germani. Come racconta Repubblica in In “Vivi la geografia”, edito da Zanichelli, ad esempio, l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 viene descritta così: "Dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia".
E il caso sta animando anche la politica. "Penso sia un tema di influenza indiretta sull’opinione pubblica e sulla formazione del giudizio storico. Chiederò al Ministero di fare una verifica e agli editori, senza voler criminalizzare nessuno, di ipotizzare una errata corrige da mandare tramite le scuole a questi testi che riportano informazioni profondamente scorrette e deformanti della realtà geopolitica del caso", ha affermato all'Adnnkronos il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. I testi finiti nel mirino sarebbero almeno 13.
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E sul tema, sempre all'Adnkronos è intervenuta anche Suor Anna Monia Alfieri, cavaliere al merito della Repubblica italiana ed esperta di politiche scolastiche: "La presentazione obiettiva e non ideologizzata della storia è garanzia della libertà di un Paese. E occorre mettere in guardia i nostri giovani dai tentativi di direzione del pensiero che i social e i media spesso attuano - sottolinea - Lo studio della storia apre allo spirito critico, al rifiuto di qualsiasi accettazione supina di quanto viene presentato. Auspico che la questione relativa a come il rapporto tra Russia e Ucraina viene presentato nei libri di testo diventi l’occasione per un rinnovato approfondimento sull’insegnamento della storia nelle nostre scuole e sui rischi di condizionamento del pensiero perpetrato ai danni delle nuove generazioni".