No Pd al premierato
Elly Schlein insulta Meloni: "Poteri in mano a uno solo. Non è andata bene"
"La democrazia non è ridotta alla libertà ogni 5 anni di andare a votare e acclamare un capo. Non mi stupisce che nel governo ci sia un ministro che crede che l'elezione in Russia sia stata libera e democratica. Non è questa la democrazia". Per dire no alla riforma del premierato che il governo Meloni ha messo in cantiere, la segretaria del Pd Elly Schlein rispolvera lo spauracchio del regime e del fascismo.
"Nella storia l'Italia ha già provato la concentrazione dei poteri in mano a uno, e non è andata bene: non è la strada per migliorare la nostra democrazia". Il riferimento è ovviamente a Benito Mussolini e a Piazzale Loreto, una cartuccia che nel centrosinistra amano sparare spesso e volentieri, quasi sempre a sproposito.
Nei confronti del premierato la "contrarietà del Pd è netta, forte e motivata", sottolinea la segretaria nel corso della conferenza stampa dal titolo evocativo, "Premierato? No grazie!". Schlein ha definito la riforma del governo Meloni "pericolosa e furbissima". "Il premierato non esiste in nessun altro paese del mondo e c'è un motivo: è un sistema che scardina gli equilibri tra i poteri dello stato".
"Meloni dice 'decidete voi' ma dietro c'è un gigantesco 'decido io per voi per 5 anni'. Si indebolisce il Parlamento di cui già in questi anni abbiamo visto svuotare prerogative e poi la gigantesca bugia sul fatto che i poteri del presidente della Repubblica non sono toccati, lo capisce anche un bambino che non è così. Insomma smantella la Repubblica parlamentare così come l'abbiamo fin conosciuta". Quindi la polemica diretta contro la premier: 'Non è un problema di efficienza. Se oggi la vita degli italiani non è migliorata non è colpa della Costituzione, ma della incapacità di questo governo".
Dopo aver proposto una riforma costituzionale per introdurre la sfiducia costruttiva, la Schlein incalza: "È in corso uno squallido baratto tra autonomia e premierato. C'è un filo conduttore: la legge del più forte", ribadendo uno dei ritornelli che hanno accompagnato le proteste politiche del centrosinistra in Parlamento in questi mesi. E ancora, uno dei cavalli di battaglia di dem e 5 Stelle: "Raccoglieremo le firme sul salario minimo con tutte le altre opposizioni. Sfideremo il governo. Non ci rassegneremo, faremo cambiare idea al centrodestra". Senza insulti, potrebbe essere più facile.