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Abruzzo, tutte le balle di D'Amico prima del voto: dai boatos dalla costa al "prendo più del 52%"
In Abruzzo ha trionfato il centrodestra. E lo ha fatto con un ampio margine. Uno di quelli che cancellano illazioni, voci e malelingue sulla crisi della coalizione dei moderati. Marco Marsilio ha dimostrato di saper tenere la barra dritta anche quando qualcuno provava a farlo traballare con fantomatici numeri che parlano di recuperi, di testa a testa e di sorpassi. Basta vedere la prima pagina di Repubblica di sole 72 ore fa che parlava di boatos dalla costa abruzzese che avrebbe votato in massa D'Amico con tanto di pareri di esperti che parlavo di una sfida apertissima. Catenaccio del titolo di Repubblica di qualche giorno fa: "Abruzzo, partita aperta. A 96 ore dal voto, il risultato è in bilico.Il centrosinistra scommette sui centri costieri, il centrodestra sulle aree interne".
Il risultato non è stato affatto in bilico e chi già pregustava una caduta degli dei deve attendere il prossimo turno. La vittoria in Abruzzo ha anche sconfessato l'effetto Todde. La governatrice della Sardegna ha messo piede in Abruzzo per la campagna elettorale ed ha portato un significativo apporto alla sconfitta pesante del campo largo. Il tutto mentre in Sardegna già cominciano le scintille per la formazione della Giunta e per la nomina del presidente del Consiglio Regionale. E Bersani? Di fatto è stato in tv 7 giorni su 7 prima del voto, poi è salito sui palchi abruzzesi per sciorinare qualche sua metafora improponibile e il salvatore della patria del centrosinistra ha dato il suo contributo, come la Todde, a questo disastro. Ma non finisce qui. Il campione indiscusso resta Luciano D'Amico.
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Ai microfoni di Un giorno da Pecora venerdì scorso si è dato da solo il bacio della morte. Leggere per credere: "Non credo che sapremo il risultato prima delle 4 di mattina. Con quale percentuale vincerò? Non saprei, direi con più del 52%". Il risultato della sconfitta lo abbiamo saputo ben prima della 4 del mattino e D'Amico si è fermato al 46,50 per cento e siamo ben lontani del 52 profetizzato proprio da D'Amico. Bastava restare in silenzio e attendere. Ma niente da fare, la voglia di ribaltare i pronostici e non spezzare la narrazione fasulla partita dalla Sardegna di un centrodestra in crisi ha portato D'Amico a coprirsi di ridicolo dopo questa batosta che ricorderà per tanto tempo ancora...