Premier
Giorgia Meloni, l'affondo alla vigilia del voto: "No alle regioni-monadi"
"Le regioni non sono monadi". Le parole di Giorgia Meloni a Bastia Umbra, dove ha ufficializzato la firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la Regione Umbria, sono un significato politico molto più pesante di quanto potrebbe apparire.
Innanzitutto, perché sono di fatto una difesa fortissima della autonomia differenziata, riforma che a detta del centrosinistra sarebbe destinata a disintegrare lo Stato-Nazione ma che, rivendica il presidente del Consiglio, al contrario servirà a responsabilizzare le singole regioni. Tutto questo anche alla luce del Pnrr.
La riorganizzazione dei Fondi di coesione, sottolinea la Meloni, "ha fatto arrabbiare qualcuno", ma "devo dire che 'quasi' tuti i presidenti delle regioni sono stati disponibili a entrare nel merito dei problemi, trasversalmente a tute le forze politiche. Bisogna capire che non viviamo in paese di 20 monadi dove ognuno va per conto suo, perché c'è una strategia nazionale"
Ed è in quel "quasi tutti" che sta il nocciolo della questione. Il riferimento è ovviamente ai governatori di centrosinistra, che in nome dell'opposizione al governo di centrodestra hanno fatto sovente le barricate, governatore campano del Pd Vincenzo De Luca in testa. Alla vigilia delle regionali in Abruzzo, con il "silenzio elettorale" di 48 ore imposto, quelle della meloni saranno forse il segnale politico più potente del weekend, tanto quanto la rivendicazione dei successi del governo.
"I dati sull'economia, in una fase così complessa come quella che noi affrontavamo, sono molto incoraggianti e dimostrano che l'approccio di chi sa che non è lo Stato a produrre ricchezza ma che sono le aziende con i loro lavoratori e quindi devi aiutare quelle aziende a fare del loro meglio, è quello giusto". "Tutti i dati sull'andamento economico - conclude Meloni - ci stanno dicendo che la nostra ricetta migliora una condizione che era difficile, poi non vuol dire che le cose vanno bene, bisogna sempre lavorare di più, si può lavorare anche meglio, però la strada secondo me è giusta".