Dopo la vittoria
Sardegna, primo guaio per Todde: il nodo del nuovo presidente, tensione Pd-M5s
Il Pd e il Movimento Cinque Stelle, passata la festa per l'elezione di Alessandra Todde presidente della Regione Sardegna, devono trasformare il "campo largo" in una squadra di governo in grado di attuare il programma elettorale facendo i conti con il bilancino. Oltre infatti a individuare la squadra della Todde, i dirigenti dem e quelli pentastellati devono risolvere il "nodo" del nuovo presidente del Consiglio visto che la consuetudine vuole che la carica spetti al candidato più votato della coalizione che ha vinto le elezioni.
Dunque la presidenza andrebbe a Desirè Manca, che ha preso oltre 8mila preferenze, ma c'è il problema che si tratta di un’esponente del M5S come Todde e dunque le due più alte cariche delle istituzioni regionali batterebbero entrambe la bandiera pentastellata. Il tutto con il Pd che è risultato il partito più votato della coalizione. Il nodo, spiega l'Unione Sarda, potrebbe sciogliersi assegnando alla Manca un assessorato "di peso" in giunta, mentre per la presidenza dell’assemblea potrebbe essere scelto un esponente dei dem. I più papabili sarebbero Piero Comandini, Giuseppe Meloni e Roberto Deriu.
Quanto alla giunta, Alessandra Todde vorrebbe presentarla il 3-4 aprile, subito dopo Pasqua. Una corsa contro il tempo perché la Sardegna sta ancora aspettando la proclamazione degli eletti e nessun incontro formale è stato indetto tra la governatrice e i partiti. Ma lei sembra ottimista. L'Unione Sarda rivela che la "rosa" da cui pescare i nomi c'è: sono tutti autorevoli e non è escluso che la governatrice possa ingaggiare anche dei tecnici per garantire alla Sardegna un futuro meno agitato del presente. Lunedì si riunirà la direzione del Pd per fare il punto sulla situazione dopo il voto. E sarà l'occasione anche per iniziare a parlare di assetti. Poi, dagli incontri bilaterali, verrà fuori la squadra del Campo largo.