Dal palco di Pescara

Giorgia Meloni con l'elmetto: "Ci sono le Europee, ci faranno di tutto"

Fabio Rubini

I leader di centrodestra ci credono. E la piazza piena nonostante la pioggia battente, dà segnali incoraggianti. Domenica in Abruzzo si vota per confermare l’uscente Marco Marsilio e per dare subito una sterzata all’“effetto Sardegna”, che poi tanto effetto non è, perché come dice Giorgia Meloni «non abbiamo ancora capito come è finita...». Per questo ieri tutti i leader del centrodestra si sono dati appuntamento a Pescara, in una piazza Salotto piena ed entusiasta. C’erano i militanti dei partiti e c’erano gli agricoltori - i primi ad arrivare - con tanto di trattore posizionato in un angolo, ben visibile. E poi c’era una rappresentanza di ucraini d’Italia, lì a sventolare le bandiere del loro Paese d’origine e a ringraziare «il governo per il sostegno che sta dando al nostro Paese».

 


Come detto piove forte e così i leader si “autolimitano” nei loro interventi. Ma i messaggi che mandano sono chiari. A partire da quelli della premier Giorgia Meloni. «Fermare il lavoro di Marco Marsilio e del centrodestra in Abruzzo sarebbe devastante per questo territorio, ma sono ottimista che questo lavoro continueremo a farlo insieme». E proprio il senso di unità della coalizione è al centro dell’intervento di Meloni. «Noi divisi? Solo per i giornali di sinistra». E ancora: «I risultati in Abruzzo sono frutto della nostra compattezza. Siamo insieme per scelta e non per interesse. Oggi il centrodestra compie trent’anni e siamo insieme. Abbiamo le nostre sfumature, ma sappiamo quale Italia vogliamo costruire». E anche quale Europa: «Le politiche Ue hanno impattato come un detonatore, inseguendo i deliri di una sinistra che non distingue una transizione ecologica da una transizione ideologica». Ma è parlando delle Europee che Meloni tira fuori la frase da titolo: «Sono il vero timore di tutti: che questa maggioranza possa essere confermata con il voto delle elezioni europee. Succederà di tutto- avverte la premier -. C’ho l’elmetto, l’ho già messo. E vinceremo anche questa battaglia». Poi confessa: «Non potete immaginare quanto per me sia importante ogni tanto tornare qui per riprendere dalla piazza la benzina di cui ho bisogno per andare avanti».

 

 

Prima di lei hanno preso la parola tutti gli altri leader del centrodestra. Dopo Cesa e Lupi è il vicepremier Antonio Tajani, presidente di Forza Italia, a salire sul palco per assicurare che «qui non succederà nulla, in Abruzzo vinciamo. C’è entusiasmo per il bis di Marsilio». Parlando della regione, poi, Tajani assicura che «il 24 e 25 ottobre, quando a Pescara si svolgerà il G7, gli ospiti internazionali potranno atterrare sulla nuova pista dell’Aeroporto d’Abruzzo, che diventerà un grande scalo internazionale». Poi tocca all’altro vice presidente e leader della Lega Matteo Salvini, scaldare la piazza con le sue parole d’ordine. «Domenica e poi il 9 giugno sarete chiamati a scegliere tra due idee di Abruzzo e di Europa. Tra noi e la sinistra, però, ci sono differenze. Per loro le forze dell’ordine sono un problema; per noi sono la spina dorsale della nostra società. Per noi - prosegue Salvini - la famiglia non è un concetto superato. La mamma è la mamma, il papà è il papà, e i figli li fanno una mamma e un papà. L’utero in affitto è una schifezza e genitore uno e due è un insulto alla nostra cultura».

 

 

Salvini poi passa a temi più economici, con un richiamo europeo. «Ho avuto l’onore nelle scorse settimane di incontrare gli agricoltori, gli allevatori e pescatori abruzzesi. Qui il popolo abruzzese ha due chance: vincere domenica le elezioni regionali e vincere le elezioni europee il 9 giugno per lasciare a casa quelli della carne sintetica e della farina di grilli. Noi vogliamo mangiare i frutti della nostra terra e del nostro mare. Cibo finto, porcate da laboratorio se le mangiassero a Bruxelles e dintorni». Il leghista chiude l’intervento con un attacco al Pd: «Non hanno fatto nulla in trent’anni e accusano noi che siamo qui da uno...». Poi a margine del comizio assicura: «Vinceremo in Abruzzo e la Lega andrà in doppia cifra».  Più locale, come ovvio che fosse, l’intervento di Marco Marsilio: «Quello che stiamo realizzando in Abruzzo non ha paragoni, partono i lavori per la ferrovia Roma-Pescara, finanzieremo tutti i lotti restanti per completare l’opera, faremo della rete ospedaliera approvata in Abruzzo il modello per tutte le piccole regioni che hanno i nostri stessi problemi. Porteremo avanti i lavori e progetteremo la terza corsia dell’A14. Porteremo nel nostro aeroporto i vettori intercontinentali per aprirci al turismo di tutto il mondo a cominciare da quello delle radici, dei nostri emigranti, un tema a me caro». Prima del comizio di Pescara la premier ha partecipato a Teramo a un incontro in Camera di Commercio, spiegando che «in questi 16 mesi non ho mai smesso di confrontarmi con le categorie». Di volere «un rapporto tra fisco e contribuente dove il cittadino in difficoltà venga ascoltato». Infine c’è spazio anche per una confessione provata: «Ho sempre delle regole, faccio tutto, vado dappertutto, ma cerco sempre di tornare prima che mia figlia dorma...».