Il caso

Nicolas Schmit, nuovo maestrino rosso: "Il fascismo è tornato in Italia"

Michele Zaccardi

«La lotta contro il fascismo è di assoluta attualità, perché il fascismo sta tornando». Si è presentato così Nicolas Schmit al congresso dei socialisti europei che oggi lo indicherà come Spitzenkandidat, ovvero il candidato alla guida della Commissione Ue. Un biglietto da visita che il politico lussemburghese e attuale commissario al Lavoro ha sfoggiato ieri, quando, insieme a Elly Schlein e a tutti i colonnelli del Pd, ha reso omaggio alla lapide di commemorazione di Giacomo Matteotti, ucciso dai fascisti nel 1924.

«Provo una forte emozione» ad essere qui «per il deputato Matteotti» ha detto Schmit, aggiungendo che «in Italia c’è la responsabilità di politici che non hanno mai preso le distanze dal fascismo storico». Oggi alla Nuvola dell’Eur a Roma sarà eletto Spitzenkandidat alla presenza dei premier socialisti europei - tra cui il tedesco Olaf Scholz, lo spagnolo Pedro Sanchez e il portoghese Antonio Costa)dei leader dei partiti socialisti e dei commissari socialisti della Ue (in primis, Paolo Gentiloni). Insomma, un parterre de rois per incoronare il sosia di Frans Timmermans, l’ex vicepresidente della Commissione, padre del Green Deal, l’insieme dei provvedimenti ecologici varati dalla Ue, come il bando alle auto a combustione interna e la direttiva sulle case green. Le posizioni di Schimt, infatti, ricalcano quelle di Timmermans.

 

 


E un primo assaggio del menu che da presidente della Commissione potrebbe propinarci si è avuto ieri. «L’Italia è un Pese in cui un reddito minimo esisteva» ha detto riferendosi al Reddito di cittadinanza, «ma questo governo lo ha eliminato e non è in conformità con la raccomandazione europea». Dopo aver chiuso qualsiasi possibilità di alleanza con la destra europea (compresa Lega e Fdi), Schmit ha aggiunto che «la destra e la destra estrema non ha in alcuna considerazione i diritti delle donne, così come non ha a cuore la famiglia e il futuro dei bambini». E poi, tra le priorità elencate dal leader ufficioso delle sinistre continentali, spunta, manco a dirlo, la parità di genere. «Non accettiamo una società in cui è normale la violenza contro le donne» ha ribadito, prima di spiegare che «il nostro programma è il femminismo». La buona notizia è che Schmit non sarà mai presidente della Commissione. Il numero uno dell’esecutivo comunitario, infatti, viene indicato dal partito che prende più voti alle elezioni. E, stando ai sondaggi, per Schmit non c’è partita: al momento in testa ci sono i popolari. Con tutta probabilità, il prossimo presidente sarà ancora Ursula von der Leyen.