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Valditara e le classi per immigrati, il Pd: "Irricevibile". Anche Fabio Fazio in campo

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Le classi "di accoglienza" o "di transizione" proposte dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara per integrare gli immigrati in età scolastica di prima generazione non piace alla sinistra.

Nell'intervista rilasciata a Libero, dimostrando con i numeri dell'abbandono scolastico e delle performace che "l'attuale sistema scolastico penalizza gli studenti stranieri", il titolare della Scuola aveva spiegato che "il bene dei ragazzi deve prevalere rispetto all'ideologia". "Oggi tanti studenti immigrati non hanno un futuro: dobbiamo restituirglielo", aveva detto Valdirata certo che un obiettivo così nobile potesse trovare sostegno anche dalle opposizioni. Così non è stato. 

La senatrice Pd e capogruppo in commissione Scuola e Istruzione pubblica, Cecilia D'Elia, ma anche Fabio Fazio nella sua rubrica "Lettere" su Oggi, hanno trovato il modo per attaccare il ministro del Merito. "La proposta di Valditara è irricevibile", l'ha definita la dem spiegando che si tratta di "una idea che dimostra la totale distanza del ministro dalla realtà scolastica. Più che classi di transizione per le ragazze e i ragazzi con background migratorio, Valditara ascolti la scuola e dia risposte concrete, con risorse adeguate: servono mediatori e mediatrici culturali, rafforzare l'organico dove c'è più bisogno, supporto scolastico e lezioni di lingua italiana per stranieri L2. Così si affronta una questione seria, non con la propaganda".

 

Da parte sua Fabio Fazio, rivolgendosi direttamente al ministro, lo ha invitato a riconsiderare la sua riforma sui voti agli studenti. “Che cosa potrebbe mai significare ‘gravemente insufficiente’ per un bambino di sei anni, se non un trauma e un’umiliazione?”, ha scritto il conduttore di “Che tempo che fa” suggerendo a Valditara di investire in insegnanti di sostegno per supportare gli alunni con difficoltà e creare una scuola più inclusiva. “Perché non ci si concentra sul costruire una scuola che abbia il compito innanzitutto di rispettare i tempi di crescita di ciascun alunno e di aiutarlo a scoprire le proprie passioni?”, ha chiesto Fazio ribadendo che etichettare un bambino come “gravemente insufficiente” a soli 6 anni rischia di danneggiare la sua autostima e il suo percorso scolastico.

 

 

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