L'isola
Sardegna, vince Todde per un pugno di voti. Il "4%" che scatena sospetti in maggioranza
Per un pugno di voti, vince Alessandra Todde, candidata del campo largo, Pd e M5s. La spunta su Paolo Truzzu, l'uomo del centrodestra, sconfitto alle regionali in Sardegna. Sconfitta dolorosa e figlia di alcuni errori di troppo, quella subita dalle forze di maggioranza. Una giornata fatta di sorpassi e controsorpassi, una contesa decisa sul filo dell'ultimo voto.
Ma all'1 del mattino la partita è chiusa. La grillina Alessandra Todde si presenta al comitato elettorale e afferma: "Sono felice ed orgogliosa, si scrive una pagina di storia". Il tutto in attesa della certificazione ufficiale della vittoria, che arriverà oggi, martedì 27 febbraio.
Nel frattempo, a bordo dello stesso aereo, in Sardegna ci erano arrivati anche Elly Schlein e Giuseppe Conte: "Cambia il vento per il governo", la spara la segretaria Pd. Dunque il presunto avvocato del popolo. "Con un progetto serio i risultati sono sorprendenti. È il nostro primo presidente", rimarca Conte, ora molto più fote all'interno del campo progressisata: sembra essere lui a poter dar le carte, rispetto alla segretaria dem.
Una giornata, quella di lunedì, con lo sfoglio che procedeva a rilento, a passo di lumaca: problemi con l'organizzazione, trasmissione ed elaborazione dei dati, come spesso accade in Sardegna. A decidere la partita il voto di Cagliari: Truzzu nella sua città, dove è sindaco, è stato staccato di venti punti, argomento a favore di chi da tempo rimarcava, nel centrodestra, il basso indice di gradimento del primo cittadino.
Tant'è, le ultime cifre danno Todde al 45,4% e Truzzu al 45 per cento. La candidata del campo largo, di Nuoro e di 55 anni, diventa così la prima governatrice pentastellata nella storia della politica italiana. Imprenditrice e manager, per anni all'estero, è fondatrice e Ceo di Energeya, dunque ad di Olidata e sottosegretaria allo Sviluppo Economico nel Conte II e viceministra con Draghi.
Ora, dopo la sconfitta, il centrodestra è costretto alle riflessioni. Anche perché Truzzu ha preso meno del centrodestra, ovvero c'è un 4% di voto disgiunto che ha pesato sul suo conto, un segnale che andrà letto, interpretato e vivisezionato. I sospetti di parte di FdI ricadono sull Lega, mentre il Carroccio da par suo ribadisce che la scelta di Truzzu è stata un errore. A far quadrato, in ogni caso, i tre leader della maggioranza - Meloni, Salvini e Tajani -, che si erano incontrati già a pranzo di ieri per stabilire come affrontare la vicenda, i prossimi psasi e, soprattutto, come vincere in Abruzzo e Basilicata.