Verso il voto
Pier Ferdinando Casini: "Vince Trump? Ci aspetta un futuro di terrore"
"Se vince Donald Trump sarà un futuro di terrore". Pier Ferdinando Casini appena tornato dagli Stati Uniti racconta a La Stampa la campagna elettorale americana che definisce "la più singolare degli ultimi anni" e che, teme, si concluderà con la vittoria del tycoon. "Abbiamo un presidente che io ritengo abbia fatto bene, ma che viene percepito in gran parte inadatto a governare perché troppo vecchio. Dall'altra parte", spiega a Antonio Bravetti che lo ha intervistato, "c'è un signore, quasi coetaneo, che trasmette maggiore vitalità ma che mette sul tavolo questioni che fanno presagire un futuro del terrore. Basti pensare alle parole sulla Nato".
Casini "tifa" per l'attuale presidente Usa, ma nel contempo teme la sua sconfitta. "La mia aspettativa è che vinca Biden", puntualizza, "il mio timore e il mio pensiero è che possa vincere Trump. Noi italiani, però, dobbiamo distinguere tra le linee di fondo della politica americana e le estremizzazione che i candidati ne fanno". Casini si riferisce anche al tema delle spese militari che reputa "ineludibile". E spiega: "Se l'Europa vuole uscire dall'infantilismo politico ed essere autonoma, non possiamo pensare di affidarci sempre agli americani". Secondo l'ex leader dell'Udc all'Europa manca "la consapevolezza del momento che stiamo vivendo. Ci sono responsabilità a cui stiamo venendo meno per vigliaccheria. Oggi la pace in Ucraina non può essere a condizione della scomparsa di Kiev perché significherebbe portare il terrore in Europa. Gli ucraini combattono anche per noi".
Quanto al conflitto in Medio Oriente Casini ammette di avere una posizione "scomoda" sulla Palestina: "Io amo Israele ma dissento dalle politiche del governo Netanyahu che ha gravissime responsabilità". Poi spiega che "la questione palestinese è un buco nero nelle nostre coscienze". "Abbiamo parlato di due popoli e due Stati e non abbiamo detto nulla degli insediamenti israeliani che hanno spezzato la continuità territoriale in Cisgiordania. Insediamenti illegali", sottolinea Casini, "che il governo Netanyahu ha aumentato e incentivato. Mai confondere Hamas con la Palestina, ma abbiamo avallato la politica di Netanyahu che è stata quella di indebolire l'Anp". La ricetta di Casini per risolvere la questione mediorientale è quella di "rilanciare davvero la politica due popoli due stati e un cambiamento dell'Anp: penso per esempio a Marwan Barghuthi come personalità nuova. Altrimenti ", ammonisce l'ex democristiano, "regaliamo la questione palestinese ad Hamas che agisce per conto dell'Iran e probabilmente della Russia".