L'indagine
Gabriele Visco, la frase intercettata: "Portatemi la pasta e fatemi promuovere"
"Sentendosi non adeguatamente valorizzato" Gabriele Visco aspirava ad una "posizione apicale ottenendo la promessa" da uno degli imprenditori finito anche lui ai domiciliari "di un interessamento verso politici di sua conoscenza". È quanto riportato nell’ordinanza con cui il gip di Roma Maria Gaspari ha disposto gli arresti domiciliari per Gabriele Visco, per due imprenditori e un avvocato romano. Le accuse contestate nell’indagine, a vario titolo e a seconda delle posizioni, sono di corruzione e traffico di influenze. L’imprenditore, si legge, vantava "un rapporto con persone che lavorano a fianco" di un ministro "al fine di fare pressioni sull’ad" (totalmente estraneo all’indagine ndr) e "far ottenere una promozione a Visco". Sono state intercettate "più conversazioni dalle quali emergono in modo chiaro le ulteriori e pressanti richieste di Visco che, seppur diversamente modulate, sono finalizzate a conseguire sia utilità in denaro (alle quali fa riferimento chiedendo allusivamente all’imprenditore di portargli ’la pastà) sia miglioramenti della propria posizione lavorativa", scrive il gip.
"Neppure il licenziamento di Visco avvenuto il 12 aprile 2023 mina la sua capacità di proseguire nelle attività illecite così come esso non mina quella degli altri in quanto ciò che hanno fatto emergere le risultanze investigative è che l’aggiramento delle regole per il perseguimento dei propri obiettivi di interesse economico o comunque privato costituisce un vero e proprio modus operandi di tutti gli indagati, disponibili ad ogni forma di compromesso", scrive sempre il gip. Infine, nelle intercettazioni Visco pronuncerebbe questa frase "portatemi la pasta e poi fatemi promuovere", come riporta Repubblica. Una frase che, secondo gli inquirenti, sarebbe legata a presunte mazzette.