Dietrofront
Anpi, Gaza come la Shoah? Esplode la polemica, cancellato il convegno
Oltre il revisionismo, oltre la logica e oltre la verità, per un capolavoro di contorsionismo della disinformazione e della strumentalizzazione politica della storia. Dal Giorno della memoria al giorno della memoria corta. Esaurita la funzione per la quale è nata per inesistenza dell’oggetto sociale e per la scomparsa dei partigiani dovuta a cause naturali, l’Associazione che ne porta il nome non perde occasione per far vedere che esiste. Alla vigilia del Giorno del memoria, che commemora (per legge e per obbligo morale) la Shoah e le vittime dell’arcipelago concentrazionario nazista, l’Anpi - Sezione Bagno a Ripoli (Firenze) organizza un incontro per far vibrare il suo sdegnato «Mai più», equiparando però «ottanta anni fa lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti» e «oggi il genocidio del popolo palestinese da parte dello Stato di Israele». L’ardito accostamento ha come relatori l’imam di Firenze Izzedin Elzir e il rappresentante della comunità palestinese di Firenze e Toscana Bilal Murar. Nessuno a far udire la voce e le ragioni della comunità ebraica e della storia. Eppure l’Anpi sottolinea che «la giornata della Memoria accomuna due tragedie disumane che offendono e feriscono la coscienza di ogni individuo», anche se negli interventi non si accomuna niente e il buon senso e la storia non accomunano affatto due eventi con caratteri del tutto diversi. Fa effetto la scelta dell’immagine di un bimbo inseguito da scoppi di bombe e jet, ma nessuna foto dei bambini ebrei che mostrano il braccio tatuato dietro al filo spinato di Auschwitz e neppure i corpicini dello scempio del 7 ottobre 2023.
La Shoah è stato un progetto di sterminio scientifico e industriale dell’intera popolazione ebraica d’Europa, circa 11 milioni di persone, deciso nella Conferenza di Wannsee il 20 gennaio 1942 da appena 15 gerarchi nazisti capitanati da Reinhard Heydrich: la «Soluzione finale» del «problema ebraico», che portò all’uccisione di 6 milioni di innocenti. Non c’è niente di simile, nella storia, salvo forse il genocidio degli armeni da parte dei turchi a partire dal 1915 (1,5 milioni di morti): il prototipo della Shoah, stando anche alle parole attribuite a Hitler. Equiparare Israele al Terzo Reich e la Shoah alla guerra a Gaza dopo il pogrom del 7 ottobre significa offendere la storia, la ragione e la pietas. Ma per l’Anpi gli sgozzatori di Hamas sono una specie di partigiani riveduti e corretti, combattenti per la Palestina che nei libri di scuola dei bambini negano il diritto di Israele a esistere e a difendersi dagli orrori e dalla barbarie e predicano l’odio e il sangue.
Memoria corta, quella dell’Anpi, che il 25 aprile sfilava con le bandiere della Palestina e vietava quelle bianche e azzurre della Brigata Ebraica che combatté perla libertà dell’Italia. Un cortocircuito che ha scatenato polemiche, tanto che il Circolo ricreativo culturale Antella Arci Aps ha preso le distanze dall’iniziativa precisando di non essere «né promotore né organizzatore» e, non condividendola, di non essere quindi disponibile a ospitarla nei propri locali. Anpi Firenze e Milano hanno fatto un precipitoso e imbarazzato dietrofront, mentre il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, ha ribadito: «La guerra è sempre orribile, ma non ha nulla a che fare con la Shoah che è stata un unicum», aggiungendo che in futuro sarebbe bene per l’Anpi astenersi dal ricordare la Shoah «per manifesta incapacità di capire e interpretare la Storia».