A caccia di voti
Europee, la mossa del Pd: "Al voto anche gli italiani in Svizzera e a Londra"
I cittadini italiani che vivono in Svizzera o nel Regno Unito devo poter votare da lì, senza imbarcarsi in costosi viaggi, per eleggere i propri rappresentanti in Europa. Si tratta dell'ultima trovata del Pd per racimolare qualche voto tra gli elettori che non hanno possibilità di tornare in Italia e recarsi nel loro seggio anagrafico: secondo i dem si tratta di una cosa iniqua che non possano esercitare il proprio diritto visto. Del resto la cosa è già possibile per chi vive in un dei 27 Paesi che fanno parte dell'Unione europea, ma sia la Confederazione Elvetica che il Regno Unito sono fuori, quindi impossibile votare da lontano.
Ecco allora la proposta di legge firmata dal senatore del Pd, Andrea Crisanti a Palazzo Madama: "C’è una disparità di trattamento, che riguarda gli italiani in Svizzera e quelli che abitano nel Regno Unito” puntualizza il microbiologo a Repubblica specificando che la proposta di legge è stata "condivisa con la segreteria di Elly Schlein". Del resto la segretaria del Pd il problema lo conosce da vicino, essendo nata a Lugano, con terzo passaporto Usa e così ha deciso di intervenire convinta di trovare consensi tra i 684.320 cittadini col passaporto italiano censiti dall'Aire che vivono in Svizzera e altri 439.411 italiani residenti nel Regno Unito.
Nel primo comma la norma chiede che i cittadini italiani residenti in Svizzera e nel Regno Unito possano votare in sezioni elettorali appositamente istituite nel territorio dei due Paesi. Nel secondo si individua il modo di reperire i 5 milioni di euro necessari per realizzare il progetto. La proposta di legge, rivela Repubblica, verrà presentata al Senato con primo firmatario Crisanti seguito da una dozzina di parlamentari Pd. Alla Camera si era già mosso Toni Ricciardi, deputato, responsabile del Pd svizzero, che ad agosto aveva accompagnato la segretaria dei democratici nel suo tour elvetico, tappe a Zurigo e Bienne/Biel. Ricciardi a novembre aveva sollecitato il governo, chiedendo di intervenire. Ma il vice-ministro meloniano agli Esteri, Edmondo Cirielli, si era limitato a rinviare il discorso a eventuali modifiche della legge. Senza poi dare corso all’iniziativa. Per questo alla fine si è mosso il Pd.