Il caso

Pozzolo, il 31enne ferito: "Perché ho denunciato solo ora"

Alessandro Gonzato

Alla fine ha sporto querela. Quattro giorni dopo il proiettile che gli si è conficcato nella parte anteriore della coscia sinistra - era la notte di San Silvestro - Luca Campana, 31 anni, cognato del caposcorta del sottosegretario Andrea Delmastro, ieri in tarda mattinata è andato in procura a Biella e ha fatto il nome del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, dalla cui pistola è partito il colpo che l’ha ferito, per fortuna in modo leggero. Perché quattro giorni, prima di querelarlo, se come sostiene Campana non ci sono dubbi su chi abbia sparato? «Io sono un semplice operaio, e lui è un politico», ha detto il giovane in una videointervista al Corriere.it. «Poteva andare molto peggio», ha sottolineato. «Quella sera c’erano anche dei bambini, anche i miei figli, ma erano in un’altra stanza». Campana, che di lavoro fa l’elettricista, ieri ha fatto un primo giro attorno a casa, a Candelo, sempre nel Biellese, dove sta trascorrendo la convalescenza.

La festa di Capodanno si è svolta nella sede della proloco di Rosazza, piccolo comune di cui è sindaco la sorella di Delmastro, Francesca. Campana si dice «arrabbiato per quello che si è detto finora». «Capisco che è stato un fatto accidentale», ha proseguito, «mi basta che ci si prendano le proprie responsabilità».

L’ACCUSA
Contesta la versione di Pozzolo, il quale sostiene di non essere stato lui a premere il grilletto, che la pistola era caduta a terra e che Campana, raccogliendola, si sarebbe sparato accidentalmente. Falso, secondo Campana, che continua con la propria ricostruzione: «Quando ho sentito di essere stato colpito a una gamba pensavo che fosse un proiettile tipo quelli del paintball. Mi sono spostato in un’altra stanza per verificare. E quando ho visto il buco sono stato male. Sul momento», ha aggiunto, «era doloroso ma sopportabile. Però da quando mi hanno estratto il proiettile ho un crampo continuo al muscolo e ogni movimento aumenta il dolore. Spero di guarire al più presto e tornare a lavorare. I medici mi hanno detto che non ci dovrebbero essere ripercussioni e in circa dieci giorni dovrei tornare stabile». In queste ore la procura di Biella ha ascoltato come persona informata sui fatti un componente della scorta di Delmastro: «Sono un poliziotto e parlo coi magistrati», le uniche parole pronunciate lasciando il palazzo di giustizia. Al momento dello sparo, Delmastro, così come la sorella, non erano presenti. Pozzolo è indagato per lesioni colpose, omessa custodia d’armi, e accensioni ed esplosioni pericolose aggravate. Il deputato aveva un regolare porto d’armi, e la pistola, più piccola del palmo di una mano, l’aveva comprata pochi giorni prima perché, ha riferito il negoziante che gliel’ha venduta, si sentiva in pericolo.

Pozzolo e Delmastro sembra che non si parlino dalla notte del fattaccio. A Rosazza, che pure ha un centinaio di abitanti, Pozzolo lo conoscono solo di vista. Da un paio d’anni ha preso la residenza nella vicina Campiglia Cervo, in frazione Bussetti. La moglie, invece, ha mantenuto la residenza a Vercelli. Sul profilo Facebook del deputato ci sono le foto di lui con la consorte e i figli piccoli che trascorrono le festività. Sono state scattate nella casa di Campiglia Cervo. Pozzolo non avrebbe parlato con Delmastro, ma con altri colleghi di partito sì, e a loro avrebbe continuato a dare la sua versione. Come avvocato ha scelto l’amico e sindaco di Vercelli Andrea Corsaro. IL FAR WEST Nel frattempo la procolo di Rosazza se n’è uscita con una comunicazione: «Qui non è il Far West. Desideriamo respingere quest’immagine distorta di un luogo contraddistinto da una presunta abitudine all'uso delle armi. Si è trattato piuttosto di un incidente spiacevole, generato dal comportamento di un singolo individuo, estraneo all’associazione e alla comunità rosazzese».