Alla vigilia del discorso

Mattarella, indiscreto dal Colle: "Cosa lo fa arrabbiare di più"

"Il Capodanno più solitario di Sergio Mattarella". A scriverlo è Ugo Magri, firma della redazione politica della Stampa. Parole, insomma, piuttosto pesanti e significative alla vigilia del discorso di Capodanno del presidente della Repubblica, il nono vista l'elezione bis di inizio 2022.

Non manca il veleno nella sottolineatura del quotidiano torinese, visto che si lasciano intendere frizioni con la maggioranza di centrodestra (che ha in ballo una rilevante riforma costituzionale).

 

 

 

Secondo Magri, il perno del discorso alla Nazione dal Quirinale sarà comunque la guerra, da quella in Ucraina vicina ormai ai due anni di durata fino a quella tra Israele e Hamas a Gaza iniziata lo scorso 7 ottobre, e che il presidente israeliano Netanyahu ha avvertito durerà ancora diversi mesi.

 

 

 

Sulla Stampa si riporta uno sfogo di qualche settimana fa del presidente: per colpa dei "comportamenti sciagurati della nostra specie", avrebbe lamentato Mattarella, tutto sta cambiando "in peggio". Insomma, non sarà un messaggio consolatorio. E qui Magri ci mette il carico, perché parlando di "pessimismo" del presidente sostiene che possa influire appunto la congiuntura politica: "qualora venisse approvata" la riforma costituzionale, "il Capo dello Stato perderebbe la propria regalità a vantaggio del premier e dovrebbe limitarsi a svolgere compiti di rappresentanza tipo ricevere scolaresche o tagliare nastri; di qui il cambio di umore nell'anno appena trascorso". Una lettura, questa, da sempre respinta da Giorgia Meloni e da chi sta lavorando al progetto nelle file del centrodestra, ma tant'è.

 

 

 

Peraltro, come ammette lo stesso Magri, Mattarella non ha mai detto una parola sulla riforma (ancora in embrione) ed è difficile aspettarsi un qualche "indirizzo" a San Silvestro. E allora, per buttarla in caciara, ecco che il presidente sarebbe pessimista per "l'imbarbarimento della politica e dei valori provocato dai sovranisti al governo, ecco perché vede nero". Una velina proveniente da sinistra che Magri respinge ricordando come dal Colle abbiano puntualmente sottolineato il clima di "correttezza" e "totale fiducia" con Palazzo Chigi.

Quella di Mattarella forse sarà una fotografia più "cronachistica" e meno politica, passando in rassegna i mali dell'Italia: i femminicidi, la crisi economica, la mafia. "Però guai a definire Mattarella capo dell'opposizione - commenta in calce il giornalista della Stampa -. Non c'è nulla che possa irritarlo di più. Il Presidente ha passato l'intero anno a divincolarsi da quanti lo strattonano. Immaginare il Colle che si coordina coi Cinque stelle per fare lo sgambetto a Giorgia è quanto di più lontano dal vero; Elly Schlein rappresenta mondi giovani che non sanno Mattarella dove stia di casa. Sul piano dei rapporti politici, il Presidente parla con tutti ma non ha sponde con nessuna e nessuno". Un brutto regalo di fine anno per chi contava sul Colle per l'improbabile spallata.