Il ministro della Difesa
Guido Crosetto, "un discorso di realtà": Ucraina verso la resa politica?
Tre guerre, tre impegni. E tre promesse fatte dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al Foglio. La prima: "L'Italia farà sempre la sua parte a difesa della libertà". La seconda: "Continueremo a difendere la democrazia tutte le volte che ce ne sarà bisogno". E infine: "Faremo del nostro meglio affinché l'Onu smetta di essere una creatura esanime e inizi a essere finalmente una creatura attiva, che si riappropri del proprio ruolo, e che sia in grado di intervenire in modo risolutivo, senza paraocchi, nei due grandi conflitti mondiali: medio oriente e Ucraina".
Il nuovo fronte, quello più recente, quello più minaccioso per gli interessi commerciali dell'Italia, e dell'Europa, è quello che riguarda la destabilizzazione del Mar Rosso, dove da settimane i mercantili in transito verso il canale di Suez vengono bersagliati dai guerriglieri yemeniti degli houthi che costringono da tempo le navi che arrivano dall'Asia a un percorso alternativo, più lungo, più dispendioso e più dannoso per la nostra economia. Su questo fronte, dice Crosetto, "l'Italia farà la sua parte per contrastare l'attività terroristica di destabilizzazione degli houthi e tutelare la prosperità del commercio garantendo la libertà di navigazione". Al momento, l'Italia, per sostenere l'intervento della comunità internazionale nell'area ha anticipato l'invio di una fregata nel Mar Rosso inizialmente previsto per febbraio e ora stabilito per il 24 dicembre. "Se questa missione dovesse diventare qualcosa di più grande, sarà necessario capire come inquadrarla giuridicamente e, nel caso vi dovesse essere una nuova operazione, sarà necessario anche valutare un passaggio parlamentare. Ma, al momento, non è in agenda, siamo all'interno delle regole di ingaggio della missione Atalanta. Ma posso dire - aggiunge - che anche su questo fronte l'Italia farà tutta la sua parte per difendere gli interessi dell'alleanza internazionale. Sia quando si parla di houthi sia quando si parla di Iran".
Il ministro sostiene che il ruolo di Teheran va chiarito: "E' impensabile credere che un paese che butta benzina sul fuoco laddove vi è una miccia possa continuare ad agire in modo indisturbato. Lo dico pensando al contesto mediorientale, al conflitto per procura con Israele, e lo dico pensando al contesto delle tensioni nel Mar Rosso. Se l'Iran dovesse continuare in questa direzione, come temo, se dovesse continuare ad avvelenare i pozzi della stabilità internazionale, sarà inevitabile chiedersi se non sia il caso di tagliarlo del tutto fuori dai rapporti internazionali, di metterlo nella condizione di non nuocere più di quanto già non succeda".
In Ucraina, invece "si stabilisce se il futuro sarà di pace o di guerra, se sarà basato sulle regole del diritto internazionale o sul caos. L'Italia, anche nel 2024, continuerà a inviare le armi necessarie all'Ucraina per difendersi e da parte sua sono certo che l'Europa continuerà ad approvare tutte le sanzioni necessarie per fronteggiare economicamente la Russia, anche se purtroppo non hanno avuto tutti gli effetti sperati. Dal punto di vista generale, credo pero' che sull'Ucraina vada fatto un discorso politico oltre che militare". "Bisogna fare un discorso di realtà - argomenta il titolare della Difesa -. La Russia vive in un'economia di guerra e può rimpiazzare i suoi armamenti in modo molto più veloce rispetto a quanto possa farlo l'Ucraina. Kiev ha resistito e in pochi pensavano che ci sarebbe riuscita. La comunità internazionale però oggi ha il dovere di pensare se sia possibile ottenere attraverso la politica ciò che non è stato finora possibile ottenere fino in fondo attraverso le armi".
Quanto al Medio Oriente: "L'Onu deve lavorare per rimuovere Hamas, deve lavorare con i paesi arabi per cercare una guida alternativa in grado di rappresentare i palestinesi, perche' anche l'Anp non mi sembra nelle condizioni di poterlo fare. E deve costruire un'alleanza anche con la Nato". "A Gaza - conclude Crosetto - , stiamo facendo il possibile per offrire il nostro aiuto. Abbiamo provato a costruire un ospedale da campo ma le condizioni di sicurezza ancora non ce lo consentono. La comunità internazionale deve fare di tutto per far sentire la propria vicinanza non solo a Israele ma anche agli innocenti palestinesi utilizzati da Hamas come scudi umani".