pugno di ferro
Atreju, Sunak: "Decidiamo chi entra e chi no", patto storico con Meloni
"Diamo il benvenuto al leader di una grande nazione europea, un leader conservatore, amico dell'Italia, e mio amico personale, un uomo, un leader con il quale ci siamo trovati sulle materie fondamentali". Giorgia Meloni presenta così Rishi Sunak. Il primo ministro del Regno Unito è tra gli ospiti illustri di Atreju, la festa di Fratelli d'Italia. "L'Italia e il Regno Unito guarderanno insieme al futuro", è la premessa. Un chiaro riferimento al tema che unisce i due: la gestione dell'immigrazione. Sulla stessa lunghezza d'onda, Sunak dichiara: "Thatcher aveva capito che le idee erano importanti solo se si potevano implementare. Non si è mai tirata indietro anche quando la lotta era dura, e oggi dobbiamo applicare il radicalismo di Thatcher per quanto riguarda l'immigrazione illegale". Da qui l'attacco alla sinistra: "I nostri oppositori vogliono mettere la testa sotto la sabbia e lasciare che il problema vada via da solo ma non funziona così. Andate a Lampedusa, dove il 50 per cento degli immigrati è arrivata quest'anno: non è più sostenibile, non è corretto ed è immorale".
La grave situazione è sotto gli occhi di tutti: "Le bande criminali trovano i modi più brutti per poter sfruttare la nostra umanità e pensano che non sia un problema mettere a rischio la vita di queste persone mettendole in mare su questi barconi...", aggiunge per poi proseguire: "I nostri nemici dicono che non siamo capaci di gestire questo problema e quindi continuano a utilizzare l'immigrazione come uno strumento per fare in modo che le persone arrivino sulle nostre coste e destabilizzino la nostra società. Se non gestiamo questo problema, il numero crescerà e sarà più grande di quello che possiamo gestire, la nostra capacità di poter gestire quelli che hanno più bisogno del nostro aiuto".
Motivo per cui "è fondamentale oggi e importante per la sovranità, dobbiamo noi decidere chi viene nel nostro Paese e non le gang criminali. Se non possiamo arrivare a queste conclusioni i nostri elettori non ci sosterranno, noi dobbiamo avere il controllo dell'immigrazione, dobbiamo gestire il problema, se lo ignorassimo i nostri Paesi sarebbero a rischio, dobbiamo fermare i barconi e le persone devono sapere che se vengono illegalmente nei nostri Paesi non potranno rimanere". E sono subito applausi. Prima di Atreju, Meloni e l'omologo inglese si sono incontrati a Palazzo Chigi. Al centro dei colloqui, il lavoro comune in ambito migratorio nel quadro del Memorandum d’intesa firmato a Londra lo scorso 27 aprile. I due leader hanno stabilito di cofinanziare un primo progetto italo-britannico di rimpatri volontari assistiti nei paesi di origine predisposto dall’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) a favore di migranti bloccati in Tunisia.