Picchiare duro
Vittorio Sgarbi contro Giuseppe Conte: "Piccolo gigolò che attrae signore deluse dal marito"
"Piccolo gigolò senza idee che attrae signore deluse dal marito". Vittorio Sgarbi definisce così Giuseppe Conte reo di aver chiesto alla premier Giorgia Meloni la sua testa, o meglio la sua poltrona, insieme a quella del ministro Daniela Santanché e del sottosegretario Andrea Delmastro dopo le polemiche che li hanno visti coinvolti. “Spetta a lei il compito di salvaguardare l’onore e il prestigio delle istituzioni”, ha scritto il leader del Movimento 5 stelle nella sua lettera aperta pubblicata sulle pagine di Repubblica nella quale citava anche il caso della fermata ad personam del Frecciarossa del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (“un privilegio che rimanda a una classe politica arroccata arrogantemente nei propri privilegi“) e “la sconcertante vicenda di Gasparri” con la sua “oscura attività di lobbismo“.
Riguardo a Sgarbi, il pentastellato ha ricordato “le vicende che hanno riguardato gli incarichi e le consulenze del sottosegretario alla Cultura" e immediatamente è partita una raffica di insulti nei suoi confronti: "Giuseppi Conte (sic), di cui non si conosce un pensiero, un’idea, un libro, alla guida di un partito di cui paga il fondatore per insultarlo, piccolo gigolò che attrae signore deluse dal marito, non sa quello che dice". "Prima di parlare delle mie consulenza", scrive Sgarbi in una nota, "si occupi delle sue: dal caso Retelit e fino a quelle con Acqua Marcia spa. La vera questione morale è la sua presenza in questo Parlamento".
Da parte sua Daniela Santanché, messa sotto accusa da Conte per "il suo operato in alcune società" (è sotto indagini per la gestione del gruppo Visibilia e viene accusata per il trattamento dei lavoratori e l'uso di fondi statali per l'emergenza Covid), si limita a una fragorosa risata mandando al leader M5s un "bacio".