Polemiche a Spilimbergo

Vestiti così al cinema: questa foto è diventata un caso politico

Polemiche a Spilimbergo, in Friuli Venezia Giulia, dove per la proiezione del film Il Comandante, con Pierfrancesco Favino, ambientato durante la seconda guerra mondiale, alcune persone si sono presentate al cinema indossando divise naziste dell’epoca. Su Facebook Bruno Cinque, esponente locale di Fratelli d’Italia, ha "rivendicato" la paternità dell’iniziativa, postando alcune foto: "Questa sera durante la proiezione del film Il Comandante abbiamo presenziato per una comparsa scenica con alcuni elementi delle associazioni d’arma e alcuni amici che fanno parte di un gruppo storico esibendosi con varie divise di soldati tedeschi, inglesi, italiani e partigiani".

Il caso è salito alla ribalta nazionale e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha annunciato una interrogazione parlamentare parlando di "messinscena di pessimo gusto". 

 

 

 

 

Ma Cinque, contattato dall'Adnkronos, cerca di spiegare la vicenda: "Hanno strumentalizzato questo caso alla grande. Nessuna rievocazione nazista, dovevano venire anche i partigiani ma non hanno fatto in tempo...". Quindi racconta: "Alcuni giorni fa incontro il presidente del circuito cinema della città, il quale mi fa: 'guarda che la prossima settimana devo proiettare Il Comandante, so che tu hai fatto la carriera militare, mi farebbe piacere se riuscissi a far venire qualche membro dell’associazione d’arma per fare un pò di scenografia'. Io accetto e inizio a sondare la disponibilità dei membri dell’associazione, ma sono tutte persone di una certa età e la mia ricerca si rivela infruttuosa. Quindi contatto un amico che organizza eventi in giro per la regione con il suo gruppo di divise storiche. E gli chiedo di mandare qualcuno per la proiezione del film...".

E così intorno alle 20.15, a circa 45 minuti dall’inizio della proiezione, gli spettatori del Cinema Teatro Miotto di Spilimbergo si ritrovano le divise della Wehrmacht in sala, tra facce sbigottite e sghignazzi. "Anche io - prosegue Cinque - arrivo in uniforme, vestito da carrista italiano della Seconda guerra mondiale. In tutto siamo: quattro vestiti da tedeschi e tre vestiti da soldati italiani".

 

 

Ma all’appello manca qualcuno, e non è un dettaglio da niente: "Le persone che dovevano vestirsi da partigiani italiani e titini non hanno fatto in tempo ad arrivare". Inoltre, aggiunge,  "cinque minuti prima della proiezione doveva esserci una presentazione della nostra iniziativa, per contestualizzare il tutto. Ma la sala si è riempita e il film è iniziato. Alla fine la gente è andata via subito. E quindi niente presentazione: abbiamo fatto una foto e ce ne siamo andati".

Per Cinque non si tratta di apologia di fascismo: "Non avevamo nessun intento nostalgico, è stato tutto casuale. Garantisco che non c’era nessuna volontà di dare visibilità a cose che sono lontane da noi. Se solo fossero arrivati i due vestiti da partigiani, la cosa sarebbe finita lì", conclude amaro.