L'interpellanza del ministro
Crosetto alla Camera: "Giustizia? Le mie frasi non gravi"
Su tutto ho problemi "tranne che confrontarmi con il Parlamento su frasi che io non trovo gravi". Il ministro della Difesa Guido Crosetto interviene in aula a Montecitorio nel corso dell'interpellanza chiesta da +Europa per le sue affermazioni sulla magistratura e non fa passi indietro rispetto all'intervista di domenica al Corriere della Sera.
Alla Camera sono presenti anche i leader di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte, che fin da subito hanno cavalcato le parole di Crosetto sulla "opposizione giudiziaria" al governo Meloni. "Qualcuno aveva scommesso che non sarei venuto, vero?", ha scherzato Conte. "Io sapevo che saresti venuto", la replica di Crosetto. "Bene, è importante conoscere l'avversario", la replica dell'ex premier.
In aula, però, pochi sorrisi. Il Pd, per bocca della capogruppo Chiara Braga, parte all'assalto: "Ieri sera abbiamo saputo che sarebbe intervenuto il ministro Crosetto per rispondere a una interpellanza di un gruppo. In conferenza dei capigruppo tutte le opposizioni avevano chiesto una informativa sulle sue parole sulla magistratura, in modo inusuale vediamo che oggi il ministro è qui per rispondere a una interpellanza, non lo consideriamo esaustivo della richiesta di un'informativa e ribadiamo la richiesta di una informativa perché su parole di questa natura e di gravità di svolgere un dibattito e di farlo nella piena trasparenza informando i cittadini".
Crosetto si dice "stupito dalla Braga, perché tutto pensavo, tranne che qualcuno potesse contestare un ministro venuto a rispondere a un'interpellanza... Ho dato la disponibilità dal giorno dopo a essere presente in commissione, ho dato la disponibilità a venire alla Camera, sono qui febbricitante, con 39 di febbre, per rispetto del Parlamento". Ribadendo di aver espresso la disponibilità a rispondere a tutte le richieste di informare il Parlamento sulle sue dichiarazioni sulla magistratura, Crosetto ha poi aggiunto: "Mi è stato chiesta una cosa a cui ho detto no: di sostituire l'informativa sul Medio Oriente con quella della giustizia e ho detto no perché la ritengo importante. Sono pronto a confrontarmi con il Parlamento su frasi che non trovo gravi". E ancora: "Rileggo in italiano: 'A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura'. Ho mai detto incontri segreti? Cospirazioni?".
Non dello stesso parere il Movimento 5 Stelle: "Il ministro Crosetto deve aver capito male, per quanto ha detto non basta una interpellanza, serve un'informativa che permetta la discussione e il dibattito. Ad ogni modo le rinnoviamo il nostro invito: se sa di forze della magistratura che cospirano contro il governo, vada in procura", l'attacco di Francesco Silvesti, capogruppo di pentastellati, in linea con la posizione dei dem.
Crosetto ribadisce la sua disponibilità a fare una informativa in Parlamento sulla giustizia non tanto però sulle sue parole, quanto sulle "frasi molto gravi" di certi magistrati. Si sta mettendo in piedi, replica il ministro, "un tentativo di mistificazione delle mie parole. Io non ho attaccato e non attaccherò mai la magistratura e quando c'è stata la necessità di rivolgersi a un magistrato per denunciare fatti gravi l'ho fatto, come quest'estate, quando abbiamo discusso del caso Dossier, che è ancora in corso ed è partito da una mia denuncia ai magistrati. Io ho totale fiducia nella magistratura". E' necessario però aprire una riflessione sul ruolo che, nella nostra Costituzione e in un Paese democratico, deve avere la magistratura: "Prima o poi questo scontro fra politica e magistratura dovrà finire. In un Paese democratico la magistratura deve lavorare in pace e non deve esistere alcun pregiudizio". Quindi la domanda, pesantissima: "Sarà un caso che dal 1992 tutte le volte che si è parlato di riforme della giustizia ci sia stato un sommovimento che ha tentato di bloccarle?", chiede Crosetto. "Non penso che possa esistere una riforma della giustizia che non tenga conto della magistratura e che ci possa essere un conflitto permanente con la politica. Serve un dibattito sulle funzioni".