Dalla Gruber
Otto e Mezzo, Giovanni Floris gufa su Meloni: "Ai governanti non porta bene"
A Giovanni Floris la premier Giorgia Meloni ricorda molto da vicino Berlusconi e Renzi. Non per motivi politici, ma di strategia comunicativa su un tema specifico: quello economico-finanziario. E, sottolinea ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, quando i politici si affidano a discorsi finanziari non sono mai andati a finire benissimo.
"Oggi la Meloni in Senato ha descritto un'Italia che va benissimo - è l'introduzione della Gruber -, citando l'inflazione che cala, l'occupazione record, lo spread basso, le Borse che vanno bene, le Agenzie di rating che ci promuovono e il Pnrr non in ritardo. E' per questo che nei sondaggi continua a restare alta, tra il 28 e il 29%?".
"Quello credo perché si fa fatica a capire se c'è una alternativa - le risponde il conduttore di DiMartedì -. Quello che mi ha colpito è che la Meloni, come faceva Silvio Berlusconi e anche Matteo Renzi, ha risposto in chiave finanziaria a dei rilievi di natura di economia reale, sono due codici differenti".
"Non porta mai bene". Floris, la profezia nera: guarda il video a Otto e mezzo
"Sull'economia reale, gli italiani e gli elettori ragionano sul fatto se vivono bene o vivono male. I mercati finanziari invece guardano se i conti tornano. Questo dibattito che facciamo noi non tocca l'elettorato ed è difficile dare ragione o torto a qualcuno. Di sicuro però i numeri che soddisfano Giorgia Meloni non sono quelli che preoccupano i mercati finanziari. Guardano non dov'è un Paese ma dove va. Meloni dice che la crescita è più alta della media: vero, 0,1, però è frenata. Il debito è in crescita, nel 2026 sarà più alto rispetto al Pil di quello della Grecia. Nel 2024 avremo una crescita molto bassa. Come mai c'è un'alta occupazione e crescita zero? Perché magari l'occupazione ha poco impatto, è un'ora al mese". Questi numeri, conclude Floris, sono un dibattito che "un politico accorto come Draghi non avrebbe fatto, lei sta spostando il discorso sul finanziario e il finanziario non ha mai fatto bene ai governanti".