Insulti a Libero "per Giulia", la solidarietà di tutto il centrodestra. Mario Sechi: "Intimidazione"
"Ieri sera c'è stata una manifestazione sotto al giornale, sono arrivati proprio qui sotto e hanno cominciato a urlare di tutto. La cosa più 'carina' che ci hanno detto è che saremmo fascisti". Lo racconta all'agenzia Adnkronos, Mario Sechi, direttore responsabile di Libero.
Il riferimento è al corteo per Giulia Cecchettin e contro violenza di genere che mercoledì ha sfilato per le vie di Milano e che ha raggiunto la sede di Libero in via Luigi Majno. I manifestanti si sono fermati sotto al palazzo del quotidiano, gridando, tra l'altro, "fascisti, razzisti, sessisti, omofobi". "Noi siamo per il free speech, abbiamo fatto tanti pezzi per difendere la libertà di espressione di tutti, anche quella più estrema - sottolinea Sechi -. Il problema nasce quando si viene a manifestare sotto alla sede di un quotidiano, dove i giornalisti stanno lavorando: ci siamo ritrovati una manifestazione di cui non eravamo stati avvisati. Mi chiedo: ma le forze dell'ordine? Se i manifestanti fossero stati male intenzionati e non si fossero fermati alle accuse verbali? E' un po' intimidatoria come cosa. Non è un bel clima... Dopodiché noi andiamo avanti". "Peraltro sostenevano posizioni talmente faziose e disinformate... perché non leggono i giornali, non sanno di cosa stanno parlando - aggiunge - Come fanno a dire a noi che siamo espressione del patriarcato? Io ieri ho pubblicato un pezzo dove una collega, Lucia Esposito, diceva 'il patriarcato esiste' ma attenzione alla strumentalizzazione che se ne fa. È la posizione che ho sempre tenuto fin dal primo giorno della vicenda di Giulia. Una posizione ferma, ma aperta al dialogo e alla discussione. Loro non sono aperti al dialogo e alla discussione, tanto che un giornale che mantiene una posizione diversa e nettamente contraria a qualsiasi estremizzazione viene fatto oggetto di una manifestazione estremista. Siamo in un clima totalitario". "E' bene che non si ripetano cose del genere, va bene il free speech ma sotto a un giornale non si va a manifestare perché, lo ripeto, è intimidatorio", conclude Sechi.
"Dispiace che alcune attiviste femministe abbiano scelto di voler screditare la manifestazione che si è tenuta ieri a Milano per Giulia Cecchettin, fermandosi a gridare insulti, offese e fischi sotto la sede del quotidiano Libero. Ai giornalisti della testata la solidarietà del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera". Così, in una nota, Tommaso Foti, capogruppo di FdI, commenta quanto accaduto mercoledì.
Anche il segretario della Lega Matteo Salvini ha condannato gli insulti di "presunte femministe ed estremisti di sinistra La libertà di stampa va difesa sempre, confido che tutto il mondo politico esprima sostegno alla redazione". Appello raccolto anche da Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato: "Desidero, a nome di tutto il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia in Senato, esprimere solidarietà alla redazione di Libero, bersaglio ieri sera di insulti da parte di un drappello di femministe passate sotto la sede del giornale durante un corteo. Fa specie che proprio chi si fa portavoce di prerogative libertarie attacchi e cerchi di censurare quanti la pensano diversamente. Noi difendiamo la libertà di stampa sempre, non solo quando ci conviene politicamente".
Per Forza Italia ha parlato Maurizio Gasparri: "Voglio esprimere solidarietà a tutta la direzione e alla redazione di Libero, oggetto di una stupida contestazione sotto la sua sede da parte di persone che dicono di voler difendere i diritti ma in realtà cercano di intimidire chi esprime con coraggio le proprie opinioni. Libero è un giornale che affronta ogni tema appunto da ‘realtà libera’, come la testata dice con chiarezza e con coraggio, e certamente non si farà condizionare da questa nuova ondata di teppismo fatta da persone che vogliono difendere i diritti il venerdì e il sabato casomai manifestano a favore di Hamas che nega ogni diritto a donne, bambini e famiglie”.
Quindi Matteo Renzi: "Esprimo la mia solidarietà alla redazione di Libero Quotidiano e ai direttori Mario Sechi e Daniele Capezzone per quanto accaduto ieri. Manifestare è un diritto così come lo è la libera espressione: l'aggressione verbale sotto la sede di un quotidiano, al contrario, assomiglia molto di più a quello che Pasolini chiamava il fascismo degli antifascisti", conclude in una nota l'ex premier.