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Lega, ritirati gli emendamenti alla Manovra: crollano i teoremi della sinistra
Una sinistra a corto di argomenti, nei giorni della manovra, si è aggrappata a un "cavillo politico". Ma procediamo con ordine: l'ordine in maggioranza era nessun emendamento sulla legge di Bilancio. Ma la Lega, ieri - martedì 21 novembre - di emendamenti ne aveva presentati tre.
Apriti cielo: un diluvio di dichiarazioni sullo "strappo del Carroccio", "la mossa contro Giorgia Meloni". Dunque le articolesse sulle versioni online dei soliti noti, i quotidiani progressisti impegnati senza soluzione di continuità ad avvelenare i pozzi. Peccato che anche quest'ultimo attacco si sia rivelato non solo inutile, ma di fatto anche infondato.
Poche ore dopo, ecco la retromarcia della Lega: il centrodestra si ricompatta (ammesso e non concesso che ne avesse bisogno) e il Carroccio ritira i tre emendamenti alla legge di Bilancio. Nel dettaglio, gli emendamenti riguardavano il contributo dei lavoratori transfrontalieri al Servizio sanitario nazionale, la magistratura onoraria, l’esclusione dal contributo alla finanza pubblica degli enti locali in disavanzo. Temi certo importanti ma non di primissimo piano.
E ancora, per entrare ancor di più nel merito, con gli ordini del giorno si chiedeva al governo l’impegno "ad adottare ogni iniziativa di propria competenza finalizzata a modificare il meccanismo di contribuzione, introducendo un criterio di progressività del prelievo in rapporto al reddito netto, con un tetto minimo e massimo mensile del contributo da 30 a 190 euro" per i lavoratori frontalieri. E ancora, l'impegno a "valutare l’opportunità di estendere la possibilità di trattenimento in servizio volontario e a richiesta" dei magistrati onorari fino a 73 anni. Infine, valutare l’opportunità di riconsiderare la "platea dei soggetti coinvolti dal contributo alla finanza pubblica".
Come detto, emendamenti ritirati. A spiegare le ragioni della scelta e quanto accaduto ci ha pensato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Interpellato dall'agenzia di stampa LaPresse, ha puntualizzato: "Sulla vicenda degli emendamenti all’ultima riunione di maggioranza con il ministro Ciriani avevo capito che 2 o 3 si potevano presentare giusto a livello simbolico. Evidentemente ho capito male e ho già dato mandato di ritirarli e di trasformarli in ordini del giorno. La conferma viene dal fatto che fossero a costo zero", conclude Romeo. Così come stanno a zero le polemiche mosse dalla sinistra.